Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«A teatro, e presto su Netflix, narro storie di famiglie»
nobiltà», ovvero non c’è?
«Direi, invece, che potrebbe esserci. Sarà lo spettatore a decidere. A mettersi nei panni dell’una o dell’altra. A comprendere meglio le reciproche ragioni. Il testo non offre una soluzione manifesta».
Napoli per lei, soprattutto dopo le interpretazioni di Filomena Marturano e Amalia Jovine, non è solo una tappa di tournée, vero?
«Non riesco a definire bene quello che la città mi regala ogni volta che ci torno. Potrei rendere retorica ogni descrizione. In questi anni l’ho conosciuta a fondo lavorandoci. L’estate scorsa dormivo e giravo a Forcella e lì ho lasciato un pezzetto di cuore. Ecco, Napoli è famiglia per me».
C’è in cantiere un nuovo Eduardo per la tv? E se non c’è, sul piano dei desideri, quale altra commedia eduardiana vorrebbe interpretare?
«Non c’è nessun altro film tratto dalle opere di Eduardo. Sono tanti i testi che mi piacerebbe interpretare: ora mi viene in mente Chiarina di Bene mio e core mio».
Il sodalizio con Massimiliano Gallo ci riserverà nuove sorprese oltre Tataranni?
«Di certo la quarta stagione ci sarà ma non so ancora quando cominceremo a girare. Per ora io e Massimiliano insieme abbiamo solo quello: la nostra meravigliosa coppia Imma/Pietro».
Progetti all’orizzonte?
«Tanti in uscita. Ho finito di girare da poco una serie diretta da Claudio Cupellini: Storia della mia famiglia ,un elemento che ritorna».
La vedremo su Netflix è stata girata tra Roma e la Campania e si giova di un cast tutto partenopeo con Massimiliano Caiazzo, Eduardo Scarpetta, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo. È la storia dell’ultimo giorno di vita del protagonista, Fausto, tra parenti e clan.