Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Paziente deceduta dopo una caduta Asl condannata a 1 milione di euro

Fu soccorsa a Boscotreca­se. Risarcimen­ti e spese legali, il record negativo campano

- Di Francesco Parrella

L’Asl Napoli 3 Sud è stata condannata dal tribunale di Torre Annunziata a pagare un risarcimen­to di 1 milione di euro agli eredi di una donna deceduta a seguito di un errore commesso dai sanitari del presidio ospedalier­o di Boscotreca­se.

I fatti risalgano al 9 luglio del 2018. La donna, 67 anni, residente nell’area vesuviana, cade sotto la doccia di casa, viene trasportat­a al pronto soccorso di Boscotreca­se. Qui i sanitari le prescrivon­o una cura per le lesioni ossee riportate alle spalle e alla caviglia e la dimettono il giorno stesso, «senza sospettare - dice l’avvocato Michele Francesco Sorrentino, dello studio associati Maior, che ha assistito i familiari della vittima che un paziente di quell’età in seguito ad una caduta poteva sviluppare, com’è accaduto, un embolo per cui andava somministr­ata l’eparina».

Il giorno dopo infatti la donna continua ad avvertire un malessere generalizz­ato. I familiari la portano nuovamente in ospedale, questa volta al Loreto Mare, ma quando arriva al nosocomio napoletano è già troppo tardi. L’azienda sanitaria nella giornata di ieri ha quindi disposto la liquidazio­ne della somma ai tre eredi della donna deceduta autorizzan­do il direttore della struttura a prelevare le risorse necessarie dal fondo rischi per l’anno in corso. A nulla è valsa la richiesta dell’Asl alla propria compagnia assicuratr­ice di risarcire per suo conto l’ammontare del danno, in quanto l’importo da corrispond­ere superava il massimale in retroattiv­ità previsto dalla polizza.

La Campania, secondo l’ultima indagine di Demoskopik­a ha sborsato solo nel 2020 ben 18 milioni di euro per spese legali da contenzios­o e da sentenze sfavorevol­i in ambito sanitario, per una spesa media per ente di circa 1 milione di euro, e una spesa pro-capite di 3,13 euro per abitante. Nelle altre regioni del Sud va anche peggio. In Sicilia la spesa pro-capite per il contenzios­o sanitario delle proprie strutture ospedalier­e è di 7,54 euro per abitante, in Calabria 5,97, in Puglia 4,54. Ogni anno vengono istruite in Italia circa 300 mila cause (dati Anaao Assomed), contro medici e strutture sanitarie, pubbliche o private. A fine 2022 sono stati registrati 3 milioni 829mila casi pendenti nei tribunali. Numeri altissimi, ma i medici sotto inchiesta nella maggior parte dei casi (97%) vengono dichiarati innocenti al termine delle indagini. Tant’è che il ministro della Salute ha annunciato di voler depenalizz­are la responsabi­lità medica, tranne che per il dolo, mantenendo solo quella civile.

Le denunce vengono presentate principalm­ente al Sud e nelle isole (44,5%). Al Nord, la percentual­e scende al 32,2 %, mentre al Centro si ferma al 23,2 %. I numeri maggiori si registrano nelle aree con minori strutture e personale sanitario: lo scarso numero di posti letto e un numero insufficie­nte di personale sanitario costringe infatti medici ed infermieri a lavorare in condizioni di stress che inevitabil­mente aumentano le probabilit­à di errore umano.

Dai dati raccolti da Periplo Familiare, la principale associazio­ne per le vittime di errori medici in Italia, il 38,4% dei casi di malasanità si verifica durante gli interventi chirurgici. Al secondo posto ci sono gli errori diagnostic­i (20,7%) e gli errori terapeutic­i (10,8%). Infine ci sono le infezioni che si verificano in ospedale oppure in pronto soccorso e che coprono il 6,7% dei casi denunciati in Italia.

Il fatto La donna era scivolata sotto la doccia e al Pronto soccorso era stata curata per le lesioni ossee

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Una recente protesta per la riattivazi­one del Pronto soccorso di Boscotreca­se

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