Corriere del Mezzogiorno (Campania)
A Napoli l’Agenzia Emsa
Dopo la sconfitta, al sorteggio nel 2017, di Milano a favore di Amsterdam come sede dell’Autorità europea del Farmaco (Ema), è come se non ci fossimo più ripresi dallo choc.
Cos’è Emsa? È l’Agenzia Ue preposta al coordinamento ed al controllo delle attività che interessano il mare (dalla gestione del traffico marittimo al rilevamento e distribuzione dei dati e dei flussi informativi; dalla sicurezza della vita umana in mare alla protezione dell’ambiente marino e delle sue risorse, etc). La sede centrale è a Lisbona, ma è prevista la costituzione di un Centro regionale per il Mediterraneo.
Tutti gli atti di competenza delle autorità locali (Regione ed Autorità portuale) sono stati compiuti, ivi compreso il consenso unanime di tutte le altre Regioni nel Comitato delle Regioni e Province autonome ad inizio 2020. Il dossier di candidatura è stato via via presentato ai tre governi nazionali succedutisi dal 2020. Da ultimo, all’attuale perché fosse inoltrato alla Commissione Ue per le decisioni del caso. Naturalmente ciò prevede un negoziato governo-Commissione tipico in casi del genere. Successivamente Regione ed Adsptc hanno anche svolto un’intensa azione di sensibilizzazione presso i ministri fin dal Governo Conte II per passare a quello Draghi ed infine all’attuale, nonché nei confronti di diversi parlamentari nazionali delle due legislature, ed europei. Ma l’esito è stato sostanzialmente nullo. Grande disponibilità all’ascolto ma nessuna azione concreta.
Riproponiamo oggi il tema, come detto, prendendo spunto dalla vicenda Autorità antiriciclaggio, ma soprattutto alla luce di due circostanze che ci sollecitano in tal senso. La prima: a livello nazionale è in corso un’accesa discussione sulla cosiddetta autonomia differenziata. Essa dovrebbe dare, insieme con l’Autonomia, maggiore responsabilità e libertà di azione alle Regioni ed alle altre autonomie locali. Ma in casi come questo, cosa succederebbe? Se istanze documentate e coerenti delle autonomie locali necessitano di atti e procedure a livello governativo (ed in pratica tutto ciò che ha a che fare con l’Ue è sottoposto al governo nazionale) cosa accade in caso di ritardi o disinteresse di quest’ultimo? E se accade il contrario? Possibilità sulle quali, forse, non si è discusso abbastanza.
Seconda circostanza: questa riguarda le ormai prossime elezioni del Parlamento europeo (mai come in questa tornata, decisive). In vista della scadenza tutti i partiti stanno «scaldando i motori e non solo», da diversi mesi. Da comuni cittadini ci facciamo una domanda. Il governo italiano dopo anni di assenza ha riproposto, meritoriamente, una politica Estera molto baricentrata sul Mediterraneo (piano Mattei) promuovendo, e con un indubbio successo, gli impegni dell’Ue su temi geopolitici rilevantissimi quali i processi migratori o partecipando attivamente alle posizioni Ue legate alla guerra di aggressione russa all’Ucraina, fino alle terribili vicende che interessano ormai tutti i Paesi del Medio Oriente.
E allora, dato il contesto ben noto e sommariamente richiamato, perché nulla accade? Perché nessun ministero, nessun partito, nessun parlamentare dopo tante insistenze, documenti, dossier di candidatura, ha dato negli ultimi 4 anni un segnale sulla proposta «Emsa a Napoli» e sui vantaggi che ne deriverebbero per l’intero Paese? Ecco questo è l’esempio puntuale, se vogliamo, di quei misteri della politica cui non troveremo mai una spiegazione ragionevole. O ci sfugge qualcosa?