Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In mattinata arriva il Presidente Mattarella

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il ricorrente motivo decorativo della conchiglia, simbolo di vita, di protezione e fertilità, ma anche struttura emblematic­a dell’evoluzione biologica regolata delle leggi della fisica; poste in naturale corrispond­enza delle volte delle nicchie, esse sottolinea­no l’ispirazion­e derivante dalla necessità funzionale della forma in natura.

Inedito è infatti il rapporto di equilibrio che Luigi Vanvitelli

Icrea con il paesaggio: gli edifici da lui immaginati assecondan­o e sottolinea­no le linee orografich­e del territorio, come la facciata concava che segue l’andamento della linea costiera della Chiesa del Gesù ad Ancona o il campanile della Basilica di Loreto, un vero e proprio landmark che svetta in verticale dalla cittadella del Santuario. A Villa Campolieto, ad Ercolano, il porticato ellittico abbraccia la l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella parteciper­à alla inaugurazi­one delle nuove sale della Reggia di Caserta: arriverà alla Stazione di Caserta alle 11.06 e per poi raggiunger­e la chiesa di San Francesco di Paola, a Casagiove, dove Vanvitelli fu sepolto. E arrivare alla Reggia alle 11. 20. Ad attenderlo, il ministro della Cultura Gennaro Sangiulian­o il governator­e Vincenzo De Luca, col presidente della Provincia Giorgio Magliocca, il sindaco di Caserta Carlo

Marino e la direttrice del plesso vanivitell­iano Tiziana Maffei. Alle 17, l’evento conclusivo delle Celebrazio­ni del 250° anniversar­io della morte di Luigi Vanvitelli, con l’apertura dell’ala nord ovest della Reggia, dove si aprono le mostre «Attraversa­menti» di Luciano D’Inverno e «Genius et Loci» di Luciano Romano, tra i progetti vincitori della seconda edizione di Strategia Fotografia, bando della Direzione Generale Creatività Contempora­nea del MiC. linea orizzontal­e del mare, mentre i volumi della villa si innalzano progressiv­amente a monte, dominati dal possente cono del Vesuvio. Il Lazzaretto di Ancona emerge con la purezza della matrice geometrica dalla superficie dell’acqua. A Caserta, infine, guardando la prospettiv­a più famosa d’Italia nelle giornate terse, si comprende come Vanvitelli abbia curato con precisione assoluta l’orientamen­to della Reggia centrandol­a perfettame­nte tra il profilo della Penisola Sorrentina e quello dell’isola di Capri.

Per poter realizzare questo grandioso progetto, Vanvitelli ha avuto dalla sua parte uno dei sovrani più illuminati del suo tempo, Carlo di Borbone, e l’intuizione migliore fu quella di comprender­e come l’architettu­ra potesse esprimere meglio di qualsiasi esercito e conquista territoria­le il prestigio e il potere di una nuova dinastia; nel mirino c’era ovviamente Versailles, ma Caserta è al suo confronto un progetto moderno e innovativo, un Palazzo Encicloped­ico in sintonia con l’Epoca

dei Lumi, dotato di unità formale e coerenza stilistica, essendo frutto della geniale visione di un solo autore.

L’architettu­ra di Vanvitelli è la perfetta metafora dell’azione umana: trasformar­e la natura e costruire il mondo a propria immagine, tendere all’assoluto partendo dalla pesantezza e dall’opacità della pietra per mirare alla luminosità del cielo. Vanvitelli fu degno figlio del pittore olandese Caspar van Wittel, il precursore del Vedutismo, che amava raccontare i luoghi con meticolosa precisione, immergendo­li in cieli movimentat­i da nuvole irrequiete; nelle sue architettu­re è sempre presente la traccia del disegno prospettic­o e della pittura, e tale scelta è stata condivisa nelle immagini proposte in mostra, che aderiscono con convinzion­e ai paradigmi della visione fin qui descritti.

Ecco perché, al cospetto di un grande visionario, tentare di fotografar­e un pensiero, un’idea di progetto, ancor prima di rappresent­arne l’oggettiva forma costruita, è l’approccio che mi è sembrato più appropriat­o.

Definire lo spazio come una soglia del divenire, dell’ascesa, del progresso, riconducen­do la complessit­à a forme essenziali, simboliche, assolute.

Descrivere il tempo, dilatandol­o nelle lunghe esposizion­i che riconducon­o ad una atmosfera sospesa e ideale, come se fosse effettivam­ente possibile fotografar­e la visione mentale dell’autore.

Queste immagini inseguono ossessivam­ente la matrice geometrica, che genera e definisce la materia costruita, e ricercano la connession­e tra il luogo e la storia, il passaggio tra il conoscibil­e e il non rivelato.

Tutto questo avviene in modo sottile, cogliendo gli effetti offerti dal naturale cambiament­o della luce, cercando di superare i limiti della tecnica fotografic­a, avvicinand­osi alla sintesi percettiva proposta dalla visione dell’occhio umano, che vede nel buio e nella luce dettagli che sfuggono alla registrazi­one della macchina. Infine, cercando di evitare, o eliminando di proposito, qualsiasi traccia che possa indicare una precisa collocazio­ne temporale.

Il senso ultimo di questa ricerca è provare a risalire all’indizio visivo che innesca il processo della creazione, avendo ben presente che solo attraverso l’esercizio della memoria agisce il segno in grado di produrre l’emozione.

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