Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’ARCHEO «IA» SVELA IL PASSATO
La magia di Ercolano, dove grazie ad un intraprendente uso di risorse di intelligenza artificiale, sono stati decifrati papiri bruciati, pone alla regione un tema ineludibile: come gestire una risorsa quale gli asset archeologici che non sono più semplici reperti da conservare ma matrici di applicazioni intelligenti pregiate? La Campania è con i suoi centri celeberrimi, da Pompei a Paestum fino a tutto il litoraneo salernitano e con l’area metropolitana di Napoli, dal punto dell’addestramento e delle applicazioni dei sistemi di elaborazione automatica un incubatore planetario. Già l’esperienza del Museo Archeologico, guidato da Paolo Giulierini ci ha mostrato come semplicemente reimpaginando il patrimonio che giace negli scantinati si può parlare al mondo, creando suggestioni e ibridazioni culturali del tutto innovative, e aprendo nuove frontiere alla ricerca storica. Ma oggi siamo oltre la linea di galleggiamento delle dotazioni storico e artistiche. L’intelligenza artificiale con la capacità di connettere ed elaborare masse di dati fino ad oggi impensabili, ci permette di forzare i limiti materiali del documento, leggendo le righe, dove non si poteva fino ad oggi arrivare, come appunto nel caso dei papiri di Ercolano, ma soprattutto leggendo fra le righe, decifrando ed interpretando contesti e retroterra che ci possono dare una visione completa e circostanziata di quanto accadde realmente in quell’ombelico del mondo che era la Campania, protesi centrale di quella Roma che governava l’impero.