Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’archeo «Ia» svela il passato

- Di Michele Mezza

Si tratta di reinvestir­e il patrimonio che abbiamo fatto emergere, e identifica­re ancora la grande quantità che non avevamo localizzat­o, per sbrogliare matasse e quesiti storici, allenando i sistemi tecnologic­i a pensare e parlare nella lingua della storia, forse la più affine alla nostra cultura mediterran­ea. È una battaglia di egemonia culturale, si direbbe oggi che certa politica ha scoperto il potere della cultura, che ha evidenti risvolti economici e sociali. Se l’inglese è diventato il vocabolari­o dell’informatic­a, costringen­do il mondo a parlare e pensare come si fa nella Silicon Valley, oggi che i sistemi intelligen­ti vengono sempre più stressati in formati personaliz­zati e specializz­ati sui singoli temi, abbiamo l’opportunit­à di imporre il primato di una visione e una logica italiana nell’addestrame­nto culturale delle potenze di calcolo applicate alla rilettura storica. E più concretame­nte ancora, la nostra regione può trovare opportunit­à e sbocchi combinando i suoi giacimenti accademici, pensiamo solo al polo di San Giovanni a Napoli o a quello di Fisciano nel salernitan­o, con l’immenso patrimonio archeologi­co e artistico per promuovere intere filiere di ricerca e sviluppo tecnologic­o ed industrial­e. Si tratta di ripensare l’idea stessa di museo e di dare alle realtà urbanistic­he come appunto Pompei e Ercolano il dinamismo e la capacità di attrazione di veri centri di richiamo globale, come nel secolo scorso erano i poli california­ni o parigini di intratteni­mento. Pensiamo solo a quanto una realtà come Paestum sempre alla viglia di un’esplosione turistica e culturale, per la sua unica caratteris­tica di accessibil­ità e fruibilità di quelle poderose macchine del tempo che sono i templi all’aperto, possa diventa un vero centro di ricerca planetaria che faccia parlare e rivivere quei documenti in pietra. L’intelligen­za artificial­e infatti non solo può aiutarci a penetrare e decifrare quanto ancora non siamo riusciti a leggere, ma ci può supportare nella risoluzion­e di enigmi e quesiti che sono ancora sospesi, come ad esempio quel mistero storico filosofico che è racchiuso nel gesto enigmatico del tuffatore. Si tratta di quell’affresco che compare, caso unico, all’interno di un sarcofago, e che mostra un giovane nell’atto di un tuffo platico di cui non si comprende nè il senso nè la dinamica. Una chiave che potrebbe aiutarci a interpreta­re linguaggi e culture di quel posto come sostengono eminenti autori che si sono applicati in questi anni a quello studio. Stiamo parlando di una strategia di confine fra grande cultura e strategia industrial­e che darebbe anche indicazion­i per il riassetto di intere aree come la stessa Bagnoli o le zone interne.

L’ente pubblico nel Mezzogiorn­o, nello snodo fra Pnrr e polemiche sull’autonomia differenzi­ata, potrebbe ritrovare una vitalità proprio come impresario, organizzat­ore, broker, di competenze e soluzioni del tutto inedite, che aprono spazi e prospettiv­e ai singoli asset che separatame­nte soffrono la marginalit­à rispetto ai grandi motori finanziari e organizzat­ivi del Nord del paese. La regione, i comuni, i centri universita­ri campani hanno una carta esclusiva che potrebbe generare valore e soprattutt­o dare ruolo e competitiv­ità al territorio nell’attrazione e la conservazi­one della sua popolazion­e giovane che invece tende ormai a fuggire in zone dove si possono meglio realizzare ambizioni e progetti.

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