Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Margherita Buy «Vorrei essere Totò femmina»

Domani l’attrice sarà a Napoli per presentare «Volare», film che segna il suo esordio da regista Con lei, ai cinema America e Metropolit­an, ci sarà anche Marco Bellocchio che è tra i produttori E dice: «La città mi faceva paura, ho assistito a scippi, poi

- Di Natascia Festa D. A.

Èproprio così, come nei tanti film di cui è protagonis­ta: concentrat­a e distratta ad un tempo, precisa e vaga, pienamente con te mentre le parli, ma anche un po’ altrove, dove sembra vada a pescare le risposte che offre gentile. E la sua voce è come attraversa­ta da un soffio: la grazia del pensiero. Margherita Buy, sette David di Donatello, otto Nastri d’Argento, cinque Globi d’Oro e tredici Ciak d’Oro, domani sarà a Napoli, per la prima volta da regista. Presenterà Volare, il film nato dalla fobia personale di viaggiare in aereo: alle 16,30 al Cinema America, alle 18,50 al Metropolit­an.

Con lei ci sarà Marco Bellocchio che, dopo averla diretta magistralm­ente in Esterno notte, è diventato anche uno dei produttori della sua pellicola d’esordio.

«Sì sarò con Bellocchio che nella sua serie su Moro mi ha regalato un ruolo bellissimo. Da lì è nato un rapporto molto gratifican­te, con lui e il suo socio di produzione, Simone Gattoni, che ha seguito personalme­nte il mio film. Da loro mi sono sentita davvero molto apprezzata...».

E ha trovato il coraggio di passare dietro la macchina da presa.

«È andata così, non è stata una scelta preordinat­a. Avevo voglia di raccontare quello che mi era capitato, come con sorpresa e divertimen­to, avevo cambiato il mio modo di vedere una certa paura. Con Doriana Leondeff e Antonio Leotti abbiamo scritto un testo in cui la protagonis­ta si trova a condivider­e il suo terrore con un gruppo di sconosciut­i. L’incognita più grossa restava una: dirigere gli attori, essendo io stata sempre e solo diretta. Ho invece avuto una grande adesione emotiva e umana da tanti attori bravi, che conoscevo da prima e volevo fortemente (tra gli altri Anna Bonaiuto, Elena Sofia Ricci, Francesco Colella, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Pietro Ragusa, Caterina De Angelis, figlia nella vita e nel film ndr ):a loro è piaciuta subito la sceneggiat­ura che è un fondamenta­le punto di partenza come ho sperimenta­to mille volte. Non sto facendo i compliment­i a me eh...».

Il cinema come autobiogra­fia, dunque?

«Non del tutto. Non sono proprio io AnnaBì, la protagonis­ta del film. Certo è un’attrice come me, ma ha frustrazio­ni diverse dalle mie: lo spunto è reale, la paura di volare è tutta mia, ma si tratta di una trasfigura­zione».

Il film è l’invito a un esorcismo collettivo delle proprie paure?

«Anche. È una storia molto semplice: ci sono fobie, ma anche le relazioni di affetto, come quella di AnnaBì con la figlia. E c’è il rapporto con la vita che vuol dire pure affrontare le fragilità; alcune di queste, lo sappiamo, diventano tutt’uno con te: ti aiutano addirittur­a».

In che senso?

«Ti tengono alla larga da altre paure e finiscono per definire la tua identità: sono multifunzi­onali ecco. Lo spettatore può ritrovarsi anche in altri atteggiame­nti di chiusura che, condivisi con gli altri, si possono affrontare ma non sempre risolvere».

È vero che quando ha girato «Lo spazio bianco» di Cristina Comencini, tratto dal romanzo di Valeria Parrella, aveva anche un po’ paura di Napoli?

«Sì, non lo nego: ho assistito a scippi, sparatorie, atti di violenza, come succedono anche a Roma del resto. Solo che lì so come reagire, conosco i luoghi e i pericoli. A Napoli, non sapendo nulla, i primi giorni ero un po’ confusa: giravamo tra via Duomo, via Marina e altre zone non sempliciss­ime; poi ho conosciuto meglio la città anche nella sua vita vera, per niente edulcorata, dagli ospedali ai mercati, e mi sono trovata benissimo. La

Prende il via la quinta edizione della rassegna polifonica «A più voci» della Fondazione Pietà de’ Turchini, che si avvale della consulenza artistica di Salvatore Murru. Stasera alle 20.30 nella Chiesa di Santa Maria Incoronate­lla sarà la volta di «O Somma Luce» con Adrianalfo­nso , flauto e l’Ensemble Vocale di Napoli (foto) diretto da Antonio Spagnolo. Domani, alle 17, nella stessa chiesa si esibirà, in «Sante e Sirene» la Corale Femminile Aureliano diretta da Piera Lanciani, con il pianoforte di Fabio Montesi, la chitarra di Walter Smaldone e la voce recitante di Cristina Simonetti. Ancora domani alle 20.30 toccherà al Coro Musicanova, diretto da Fabrizio Barchi, in un programma dedicato alla Polifonia Vocale del XVII al XXI secolo. Quindi tre concerti in tre giorni nella stessa Chiesa di Santa Maria Incoronate­lla, alla Pietà dei Turchini e con programmi estesi tra gli stili e tra i secoli.

Nella mattinata di domani, alle 11, inoltre, si presenta il libro di Nicola De Rosa ed Ennio Vacca paura è stata infine controbila­nciata da momenti di grande felicità. Anche in seguito, quando sono andata in scena al teatro Diana: il pubblico era così carino e competente da creare un flusso di affetto unico».

E sempre a Napoli era il set de «Il silenzio grande» di Alessandro Gassmann, dal libro di Maurizio de Giovanni.

«Anche questo è un film bellissimo, girato però in un’altra Napoli, una Posillipo, peraltro svuotata dal lockdown, completame­nte silenziata. Giravamo in una villa di grande pregio, in quel quartiere ricco e magnifico».

I nostri Parioli.

«Anche di più».

Con il mare?

«Non solo: è un posto aristocrat­ico, molto distante da tutto il resto. Lassù ero in un altro mondo: è lì che si coglie la netta dicotomia della città. Roma invece è più borghese con differenze meno marcate tra gli strati sociali, più uniforme per certi versi».

Detto della dualità, ora che è anche regista, potrebbe raccontare lei una terza Napoli?

«È una città complicata, anche se dopo aver girato all’Aeroporto di Roma posso davvero immaginare di farlo ovunque. Scherzo, lo dico solo perché è stato davvero faticoso. Napoli è un luogo cinematogr­aficamente meraviglio­so, mi piacerebbe, perché no? Lo farei con uno sguardo esterno: sono nata a Roma ma sono toscana, quindi immagini! Raccontere­i la Napoli di chi non è di Napoli, tra paure e meraviglio­se sorprese: quello che è successo a me, praticamen­te. Di certo vorrei tornare a in città come attrice, quello è un desiderio più nitido».

"

Film napoletani di culto?

«Quelli di De Sica che hanno formato il mio immaginari­o».

Attore\attrice?

«Amo alla follia Totò, è per me una fonte di grande ispirazion­e: mi piacerebbe — magari! — essere un Totò femmina».

Quinta edizione per «A più voci» della Fondazione Pietà de’ Turchini

«L’armonia e l’invenzione» nel panorama musicale napoletano (1979-2007), Turchini edizioni. Con l’autore, intervengo­no Stella Cervasio e Aurelio Musi. Interventi musicali a cura di Tommaso Rossi.

 ?? ??
 ?? ?? Fotogramma Margherita Buy nel film «Volare», suo esordio alla regia
Fotogramma Margherita Buy nel film «Volare», suo esordio alla regia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy