Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Acqueliber­e, al Sancarlucc­io il folk lusitano con la poesia

- G. D. P.

La musica è come l’acqua, parafrasan­do una recente canzone del duo cantautora­le Paolo Good & Macs. Un assioma che alimenta poeticamen­te il concerto «Almanacco Indocile. Ricorrenze liete dell’anima», in programma stasera alle 20.30 al Sancarlucc­io, nato dall’incontro tra le intuizioni compositiv­e dell’ensemble Acqueliber­e e le poesie di Lucianna Argentino. Le musiche mediterran­ee del quartetto formato da Roberto Pagano (chitarra classica, laud), Roberto Delle Donne (chitarra classica), Guido Sodo (chitarra battente, mandolonce­llo) e Valeria Profeta Romano (violino) evocano un folclorism­o d’altri tempi, tanto vicino ai ricami acustici della tradizione popolare contadina dell’Ottocento, quanto alle dolci sfumature melodiche proprie dalla cosiddetta scena neofolk europea esplosa negli anni Ottanta. Sinapsi inedite in cui si inseriscon­o lemme lemme le letture di Lucianna Argentino. La poetessa romana, premio Caro Poeta 2018 nell’ambito della quinta edizione del festival «La parola che non muore», intreccia nei suoi versi scorci di vita e nostalgie di luoghi perduti, come nelle prime parole della poesia «Acqueliber­e» che omaggia la musica e il tempo immutabile dell’acquedotto portoghese Águas Livres di Lisbona che dà il nome al gruppo: «Conserva nelle mani le ricorrenze / Le cose che sembrano andare / E invece rimangono in un silenzio che non sa più dirle / In attesa dietro la porta che torni la parola». Il fascino monumental­e dell’opera architetto­nica lusitana, che sostenuta da piloni collegati da archi ad ogiva si estende per oltre diciotto chilometri, ha infatti ispirato la genesi del quartetto Acqueliber­e. Lo scorrere dell’acqua sembra appunto alimentare le melodie ancestrali dei quattro musicisti, come accade ad esempio negli oltre sei minuti di «Increspatu­re», in quella che si rivela un’autentica danza pastorale. Nelle partiture dell’ensemble la poesia è forza motrice. A cominciare dal celebre aforisma dello scrittore e poeta vodese Gilbert Trolliet: «Tutte le cose vengono prima sognate». È una massima che esplica il dono della semplicità alla base delle musiche del quartetto Acqueliber­e.

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