Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le due città rimaste isolate
E non solo, anche per via dei percorsi obliqui (rampe, gradini, gradoni e gradinate) comprese le scale mobili che (quando funzionano) portano dalla parte alta a quella bassa. Sono percorsi che costituiscono un patrimonio ineguagliabile tagliando il territorio, abbarbicandosi entro costoni di tufo, spesse volte diventando, ahinoi, anche segno di trascuratezza e di abbandono. Si trovano ovunque in città, salite e discese che ne collegano direttamente i suoi pezzi. Collegamenti naturali che molto hanno in ogni caso contribuito agli spostamenti pedonali dei cittadini; e quello delle funicolari che a Napoli sono in gran numero (ben quattro a oggi, da quella di Chiaia a quella di Montesanto, da quella di Mergellina a quella Centrale) è sempre stato essenziale, potrebbe dirsi irrinunciabile. La più antica, quella di Chiaia, è da mesi sostituita da un servizio di navette che risulta essere poco funzionale, ma le ripercussioni sulla viabilità non sono di poco conto.
È per questo motivo che non si comprende come i napoletani abbiano accettato, senza molto protestare, d’essere privati per tanto tempo di quel trenino. Si tratta, certo di lavori necessari, ma da tempo prevedibili e la loro gestione avrebbe potuto e dovuto seguire un percorso più opportuno, senza ritardi di sorta. È sempre parso d’essere rassicurati dall’imminente ripresa di funzionamento, ma i ritardi si sono susseguiti di continuo. E ormai non ci si ricorda più che dall’ottobre 2022 la ripresa dell’esercizio, allora interrotto, era prevista per l’aprile dello scorso anno: ora, per vari motivi, si parla del prossimo mese di settembre, ma chissà; ormai la tolleranza è divenuta insofferenza e sfiducia. Potremmo quasi esserci, si dice, ma non si può evitare avere qualche dubbio e di lamentare a gran voce che forse l’importanza dell’opera avrebbe potuto consigliare iter operativi più snelli, se mai, per via dell’urgenza, senza dover rispettare le scadenze amministrative di legge e affidando direttamente l’appalto a ditte specializzate. E comunque non è da escludere che possano venir richieste, e dall’impresa esecutrice attivate, modalità operative per accelerare i tempi per la realizzazione delle opere, anche effettuando lavorazioni nelle ore notturne. Anche se in ritardo, la cosa potrebbe ancora limitare lo scandaloso ritardo di questa vicenda. Ciò comporterebbe un onere maggiore rispetto a quello previsto, ma minimo rispetto al costo del servizio sostitutivo di navette e, quel che è più importante, ben ripagherebbe il disagio dei quindicimila utenti giornalieri dell’impianto. Le due città non sarebbero più tanto distanti.