Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pompei, il mito di Elle e Frisso I primi profughi in fuga sul mare
Torna alla luce un pregevole affresco nella domus attigua a quella di Leda
scatenata contro di loro dalla matrigna Ino. Grazie all’intervento della loro madre, Nefele, i due fratelli riuscirono a dileguarsi in groppa all’ariete alato dal vello d’oro. Ma, durante il viaggio, la ragazza perse l’equilibrio e finì in mare (che da quel momento prese il nome di Ellesponto, cioè il mare di Elle) e annegò. Nell’affresco viene fissato proprio il momento nel quale Elle, che sta per essere sopraffatta dalle onde, tende la mano al fratello in una disperata richiesta di aiuto. Storia della fuga dalle ingiustizie e del sogno di raggiungere una terra migliore, infranto dalla furia del mare. A questo schema mitologico si possono sovrapporre perfettamente le centinaia di tragedie del mare che ancora oggi riempiono le cronache.
«Quello di Frisso ed Elle — spiega Zuchtriegel — è un mito diffuso a Pompei, ma anche attuale. Sono due profughi in mare, fratello e sorella, costretti a scappare. Lei cade in acqua e annega, nell’affresco ha il volto coperto dalle onde, sta per soccombere e tende la mano verso il fratello. Un’opera bella per colori e vivacità di esecuzione. Speriamo di rendere accessibili presto queste due o tre case».
Due sono infatti le domus poste rispettivamente a Nord e a Sud della Casa di Leda, riportata alla luce nel 2018, che peraltro non è ancora completamente vuota.
Nella domus meridionale sono già state scavate le fauces (corridoio di collegamento tra l’ingresso della domus e l’atrium), uno dei cubicoli laterali e parte dell’atrio. In quest’ultimo ambiente c’era una scala di cui resta il tracciato in negativo. E in prossimità della scala è visibile un larario con mensola in marmo. Tra le decorazioni sulle pareti di fondo, appunto, l’affresco di Frisso ed Elle che potrebbe (si tratta di un’ipotesi da verificare) essere stato eseguito dalla stessa bottega che operò nella casa di Leda.
La domus meridionale è, al momento, composta da sei ambienti. In uno di questi furono trovate negli scorsi mesi alcune statuette, ora in re28 sono i cantieri tra restauro e messa in sicurezza, 11 in fase di avvio per un importo complessivo di oltre 100 milioni
Gli interventi Si guarda anche all’esterno dei siti archeologici, alla cosiddetta buffer zone che comprende 11 comuni che formano un tutt’uno con le aree antiche