Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Assolto il ceffone «educativo»
In caso d’indisciplina – che andava dal fare casino al non aver studiato; dal «rispondere» (verbo inteso in senso strettamente gerarchico, dunque implicava il divieto d’interlocuzione con l’istituzione, e infatti valeva anche a casa: guai se rispondevi a tuo padre) al semplice distrarsi (ricordo che una volta il prof mi trovò a contemplare l’aria e invece di apprezzare l’astrazione poetica mi tirò un paccarone in faccia che fece sbellicare la classe dal ridere); – in caso d’indisciplina, dicevo, la punizione corporale consisteva nella «spalmatina» (lui la chiamava così), cioè una bacchettata al centro della mano che avevi l’obbligo di tendergli per permettergli di centrarla con comodo e dosare l’intensità del colpo a seconda della gravità dell’infrazione e di quanto lo avevi fatto incazzare. C’era un che di perverso, nella spalmatina: se almeno te l’avesse mollata, che so, in testa o su una spalla passando per i banchi, almeno ti avrebbe colto di sorpresa e risparmiato l’umiliazione del consenso. E invece no, dovevi proprio offrire l’arto in sacrificio, accettare la mazzata in via preventiva. Un piccolo tirocinio masochista, ecco. Roba che se oggi un insegnante lo facesse lo sbatterebbero dentro e butterebbero la chiave a mare.
Quando si rievocano fatterelli del genere, c’è sempre un che di stupidamente compiaciuto e nostalgico nel ricordare la punizione; quel sottotesto cretino tipo: «Ai miei tempi sopportavamo di ben peggio e mica la facevamo tanto lunga; anzi, siamo venuti su belli, sani e senza traumi».
A parte che sul «belli, sani e senza traumi» ci sarebbe da discutere, il punto non è, al solito, l’alternativa puerile fra contrarietà e favorevolezza (che mi ha sempre ricordato: «Vuoi più bene a mamma o a papà?»), perché la violenza familiare (che esiste eccome) va valutata caso per caso e senza indulgenze. Quello che è certamente positivo è che si parli dell’argomento. Che anche lo schiaffo sia diventato tema di discussione e finanche di aula di tribunale. Perché venire alle mani è sempre – ma proprio sempre,– una deriva miserabile. Soprattutto quando lo si fa in nome di un principio educativo sbandierato come legge morale.
A sabato prossimo.
"Il dibattito Quello che è certamente positivo è che si parli dell’argomento. Che anche lo schiaffo sia diventato tema di discussione e finanche di aula di tribunale. Perché venire alle mani è sempre – ma proprio sempre – una deriva miserabile