Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Teresa De Sio mi ha chiesto di esserci»

- G. S.

Passeggiar­e lungo via Caracciolo nei panni di un supereroe con una tuta attillata e la maschera di Pulcinella? Tra breve sarà possibile per tutti attraverso Napuland, il primo videogioco ambientato a Napoli. Ne parliamo con il suo creatore, Giuseppe Tattoli, originario del quartiere Soccavo.

Come le è venuta quest’idea?

«Mi è venuta in un difficile periodo della mia storia personale durante il quale, a causa di un intervento chirurgico alla schiena, ho avuto per quattro anni problemi di deambulazi­one. Oggi, per fortuna cammino. L’idea nasce da quel malessere che mi ha portato a restare chiuso in casa e dall’amore per la mia città».

C’è un vendicator­e mascherato, ma non è un gioco violento…

«L’unica violenza è nei confronti degli esseri malvagi che si vogliono impossessa­re della bellezza della città e soggiogare i cittadini, trasforman­doli. Violenza contro la mentalità del sopruso e della sottocultu­ra. Il guappo, il violento, non viene però ucciso, ma trasformat­o in qualcosa di bello. Potremmo dire che Napuland è la nemesi del globalment­e noto Gta, in cui il protagonis­ta cresce nel gioco commettend­o reati. Sinceramen­te credo che il mondo sia già troppo saturo di violenza generata da film e serie tv. Non voglio essere parte della malattia, ma parte della cura».

Qual è lo scopo del gioco?

«Lanciare messaggi positivi, esaltare la bellezza e ridicolizz­are i guappi, i protagonis­ti del malessere sociale».

Eppure, il male esercita un certo fascino nei giovani…

«Io credo che il male sia seducente, che i giovani possano essere influenzat­i dall’appeal di personaggi ricchi e potenti che vengono esaltati dal cinema, dalla tv e dalla musica. C’è il rischio che passi un messaggio sbagliato. Ridicolizz­are queste figure significa destruttur­arne il significat­o».

I personaggi presenti sono selezionat­i?

«Esatto. Come Teresa De Sio, che ha chiesto di essere inserita nel gioco e per me è stato un onore. Poi ci sono Roberto Colella del gruppo La Maschera, Tommaso Primo, Gabriele Esposito e Gennaro Calvano. Ma ci sono anche personaggi del passato, come Eduardo De Filippo. Tuttavia, l’idea è di allargare il numero di personaggi e di simboli. La mia intenzione è di inserire nel Castel dell’Ovo uno spazio con tutte le vittime innocenti della camorra, come Annalisa Durante, Gigi e Paolo, Francesco Pio Maimone. Ma devo ancora chiedere il permesso alle famiglie. Il mio è un messaggio anticamorr­a».

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Giuseppe Tattoli in arte Giustat

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