Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Calderoli: «Basta chiagne e fotte di partenopea memoria»
Autonomia, il ministro sbotta dopo le audizioni parlamentari degli esperti. Il Pd: così offende i meridionali
In entrambi i casi, il paladino del progetto dell’Autonomia differenziata — che ora si appella a Giobbe e si approvvigiona di Maalox — si è guadagnato una salva di proteste, attirando su di sé l’accusa di essere un impenitente anti meridionale. Ma cosa è accaduto? «Dal primo ciclo di audizioni sull’autonomia con esperti invitati dalla sinistra — ha raccontato Calderoli — emergono con chiarezza pregiudizi puramente ideologici, un allarmismo immotivato e fantasiose ipotesi di pericolo che evidentemente sono figlie di un’avversione politica alla riforma. Sembrava quasi di essere a un comizio delle opposizioni. Dopo aver ascoltato anche tutte le audizioni in Senato, penso dovrò ricorrere ancor di più alla pazienza di Giobbe».
Insomma, è giunto un coro di no al progetto del ministro leghista dalle audizioni parlamentari. E se non bastasse, lo stesso governatore calabrese, Roberto Occhiuto, di Forza Italia, è tornato a ribadire: «Se ci dessero le risorse per superare il criterio della spesa storica sarebbe un grandissimo risultato. Di Autonomia differenziata non si deve parlare se prima non ci sono le risorse per garantire medesimi diritti a tutti i cittadini. Dirò al mio partito di esprimere un voto di dissenso alla Camera in caso di assenza di queste garanzie».
C’è, dunque, più di una ragione per cui Calderoli è esploso, avvertendo il rischio che il pregio epocale della sua riforma possa ridursi a un mucchio di polvere. Perciò se l’è presa con gli esperti convocati in Commissione: «Peraltro dai professori — ha aggiunto — ci si aspetta la conoscenza e la scienza, non dei comizi o peggio ancora delle contumelie, men che meno l’arroganza di sentirsi su un piedistallo e paventare giudizi di analfabetismo costituzionale verso parlamentari eletti, senza aver mai amministrato neanche un condominio. Prima di fare politica e lanciarsi in giudizi avventati, forse certi professoroni dovrebbero quantomeno mettersi alla prova con le elezioni e farsi eleggere in Parlamento. Io nel dubbio continuerò a portarmi il Maalox ma inizio ad essermi stancato di sentire certa sinistra con l’eterno chiagne e fotte di partenopea memoria. La storia italiana parla chiaro: il centralismo ha creato e alimentato divari ma, grazie all’Autonomia, finalmente si potrà invertire questa tendenza. C’è chi preferisce fare audizioni a reti unificate con i signori del No a tutto, pur di bloccare il cambiamento e la crescita del Paese».
Ma è quel «chiagne e fotte di partenopea memoria» ad aver appiccato la polemica. «Calderoli rispetti il lavoro del Parlamento ed eviti di offendere — ha reagito il deputato dem Piero De Luca, primogenito del presidente della Campania —. I toni e gli attacchi ai tecnici che stanno fornendo un contributo all’istruttoria della Camera sono assolutamente inaccettabili e fuori luogo». L’altro deputato del Pd, Toni Ricciardi, ha attaccato: «Grande rispetto per Calderoli che, coerentemente a quanto scrisse nel suo libello del 1994 “mutate mutanda”, dal titolo significativo, si conferma l’antimeridionalista per eccellenza. Gli porteremo, non una scatola, ma un tir di Maalox per l’opposizione che faremo al suo spacca Italia».
Anche Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud del Pd, ha incalzato: «Le parole del ministro sono inaccettabili. Oltre ad essere ancora una volta offensive nei confronti dei napoletani, rappresentano la solita operazione di distrazione di massa di chi, oltre a non voler entrare mai nel merito, è ben consapevole di aver scritto un provvedimento sbagliato e ingiusto. Ma cosa pensano — ha aggiunto — i parlamentari della destra meridionale delle parole del ministro? Qui le uniche cose che sono state “fregate” sono le risorse del fondo perequativo infrastrutturale che erano destinate ai nostri ospedali, alle nostre scuole, alle nostre strade, le nostre reti idriche e che il governo ha cancellato».
Intanto in prefettura a Napoli ha fatto tappa la Commissione bicamerale per le questioni regionali, impegnata nell’indagine conoscitiva sui Lep. Ma l’assenza sia del sindaco Gaetano Manfredi, sia del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, si è fatta notare. «Con enorme rammarico abbiamo dovuto registrare l’assenza delle principali istituzioni politiche locali— ha dichiarato il presidente Francesco Silvestro —. Ci aspettavamo un confronto nel merito delle reali problematiche con gli attori politici principali. L’indagine che stiamo svolgendo nelle regioni d’Italia deve essere da stimolo per far evidenziare le difficoltà e le perplessità in seno alla questione dei Livelli essenziali di prestazione, così da comprendere le reali differenze nel Paese».