Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Stabiae, riapre il Museo con più reperti e supporti tecnologici
Nell’auditorium della Reggia di Quisisana, gremito all’inverosimile, l’entusiasmo e la soddisfazione sono palpabili. Si festeggia la riapertura al pubblico del Museo archeologico Libero D’Orsi, ospitato appunto nelle sale dell’ex dimora borbonica nella zona collinare di Castellammare. Porte aperte ai visitatori a partire da domani, tutti i giorni, escluso il martedì, dalla 9 alle 17 e dal primo aprile fino alle 19.
Raddoppiato lo spazio espositivo dedicato ai reperti dell’antica Stabiae: a quelli ritrovati negli anni Cinquanta dal preside archeologo, al quale è intitolata la struttura, si aggiungono quelli rinvenuti durante le prime campagne di scavo settecentesche, prestati dal Museo archeologico nazionale di Napoli. In tutto sono 507 i reperti fruibili, tra dipinti murali, arredi marmorei e suppellettili in ceramica e in bronzo. Lungo il percorso espositivo 6 dispositivi multimediali raccontano, attraverso modalità immersive e partecipative, le relazioni tra la città romana e quella contemporanea. Nella prima sala, per esempio, un grande plastico tecnologico racconta in un lungo arco temporale le trasformazioni del territorio vesuviano e i due diversi momenti della scoperta dell’antica Stabiae. La campagna di scavo più recente, avviata da D’Orsi con il solo aiuto di un bidello della locale scuola media e di un meccanico disoccupato, viene rievocata attraverso un diario multimediale con la voce, le foto e gli appunti del preside: l’installazione è stata realizzata con il contributo del Comitato
per gli scavi di Stabiae che custodisce il prezioso patrimonio documentale accumulato dal preside.
Le indagini archeologiche, partite dalla collina di Varano, si estesero presto all’ager stabianus, corrispondente agli attuali comuni di Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Gragnano, Casola di Napoli e Pimonte, nel quale in epoca romana sorgevano interessanti complessi residenziali e produttivi. Un’ampia sezione del museo è dedicata appunto proprio ai reperti provenienti da questi complessi. Nella struttura sono valorizzati anche i depositi, organizzati secondo un nuovo concept finalizzato a renderli non più solo luoghi di conservazione, ma anche di fruizione a disposizione del pubblico e dei ricercatori.
Nel corso della cerimonia sono stati presentati 125 reperti archeologici, recuperati dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio di Napoli con la collaborazione dei militari dell’Arma di Torre Annunziata e del Parco archeologico. A fare gli onori di casa la direttrice del Museo D’Orsi Maria Rispoli, il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel, il predecessore Massimo Osanna ora alla guida dei Musei
Italiani. Presente anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Aggiungiamo un altro tassello al nostro progetto che è fatto di tante realizzazioni e cose concrete. Questo è un territorio che ha grandi ambizioni anche turistiche. Quindi, con questo museo ampliamo la nostra offerta nei confronti del mondo del turismo». Il ministro ribadisce l’impegno per far rientrare dagli Stati Uniti la statua del Doriforo di Stabiae. «Ci stiamo lavorando. In poco più di un anno del mio ministero, grazie all’impegno dei Carabinieri e della magistratura, abbiamo fatto rientrare oltre 400 reperti, soprattutto dagli Usa e dalla Gran Bretagna. Finché il Doriforo non sarà rientrato a casa, il Museo di Minneapolis, non riceverà in prestito neanche uno spillo».