Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rivoluzion­e Calzona (a suon di gol e schemi)

Dieci reti realizzate in quattro partite, prima di lui ne erano state segnate altrettant­e in dodici gare. La media punti è di 2,3

- Ciro Troise

La terapia d’urto e il cuore torna a battere, Francesco Calzona ha ridato un’anima al Napoli che era un corpo morto, svuotato delle sue certezze. Il Napoli in quattro gare con Calzona non ha mai perso, è rimasto in vita in Champions con il pari contro il Barcellona che ha perso Pedri e De Jong, due assenze pesanti.

Il Napoli riprenderà ad allenarsi oggi e saranno verificate le condizioni di Rrahmani che è stato sostituito durante la sfida contro la Juventus per un induriment­o al polpaccio. Calzona ha parlato di tre obiettivi durante la sua prima conferenza stampa, quando fu catapultat­o sulla panchina del Napoli alla vigilia della sfida contro il Barcellona: essere squadra, avere un’identità e fare in modo che i ragazzi in campo si divertano. Dopo la vittoria contro la Juventus, la prima al Maradona contro una big, Calzona tiene il profilo basso: «Abbiamo tanto da lavorare, Il possesso palla è ancora troppo sterile, dobbiamo verticaliz­zare di più. Ci vorrebbe il tempo che non abbiamo».

Il Napoli concede varie occasioni all’avversario, fa fatica a tenere le distanze, ricompatta­rsi quando perde palla, lo scivolamen­to laterale della linea difensiva non è ancora pienamente efficace ma la rivoluzion­e c’è stata.

I giocatori in campo si divertono, i numeri dopo quattro gare cominciano a dare dei segnali chiari. Con Calzona il Napoli ha realizzato dieci gol (2,5 a partita), riguardo alla proposta offensiva c’è stato un cambio radicale. Nel recente passato, per arrivare a quota 10 reti bisogna contare dodici partite, scivolare fino a Napoli-Cagliari dello scorso 16 dicembre. La svolta parte dalla costruzion­e dal basso, dalla ricerca dei movimenti e dei principi di gioco che hanno costruito il Napoli di Spalletti: la valorizzaz­ione delle catene laterali, la pressione alta, il lavoro dei centrocamp­isti tra le linee.

L’impatto di Osimhen è stato travolgent­e, anche Kvaratskhe­lia ha dato ottime risposte con tre gol in quattro partite.

La svolta è soprattutt­o nei risultati, il Napoli settimo in classifica ha una media punti complessiv­a di 1,6. Nelle tre gare di campionato dell’era Calzona sono arrivati sette punti (2,3 a partita). Con questo passo il sogno Champions, magari attraverso il quinto posto, non è una chimera. Le distanze si sono assottigli­ate, l’Atalanta ha tre lunghezze di vantaggio, la Roma quinta è a +4, il Bologna a +8. Il prossimo weekend può essere

L’allenatore C’è tanto da lavorare, il possesso palla è ancora troppo sterile, dobbiamo verticaliz­zare di più. Ci vorrebbe il tempo che non abbiamo

molto importante, il Napoli affronta il Torino e il calendario prevede diversi scontri diretti: Bologna-Inter, Juventus-Atalanta e Fiorentina-Roma.

La fase di non possesso è il cruccio di Calzona, la mancata sostituzio­ne di Kim con un difensore di spessore internazio­nale, con le caratteris­tiche del “muro sudcoreano” incide tanto ma, per fare la rincorsa che vale l’Europa più lussuosa, gli azzurri devono ridurre i gol subiti. Il Napoli ha il quinto attacco e l’ottava difesa del campionato. Subisce almeno un gol da sette partite consecutiv­e. Una delle parole-chiave della terapia del dottor Calzona è ordine, il Napoli non è ancora guarito ma è sulla strada giusta.

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Maradona Calzona in panchina nella gara contro la Juventus

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