Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Gratteri: «Riforma Un’utopia chiedere l’arresto a tre giudici»

- Di Francesco Parrella

quando vi sia pericolo di reiterazio­ne del reato, pericolo di fuga o pericolo di inquinamen­to delle prove, sia non più il giudice per le indagini preliminar­i ma un collegio giudicante composto da tre magistrati.

Un’ipotesi che per Gratteri è «irrealizza­bile, soprattutt­o nei tribunali più piccoli dove ci sono sei sette magistrati». Il procurator­e capo, ospite di

Ping Pong su Radio 1, ha quindi argomentat­o: «Se in tre firmano e un altro deve fare da Gup, e se tra i giudici poi c’è una donna incinta, come si fa?». Nel corso del suo intervento Gratteri ha affrontato anche il tema dell’uso distorto dei social da parte di giovani e baby gang. «Se prima utilizzava­no Facebook, ora i giovani utilizzano TikTok per comunicare in modo mafioso

anche attraverso le canzoni neomelodic­he o il rap, e per mandare messaggi alle altre organizzaz­ioni in contrasto tra loro». Un tema quanto mai attuale visto che la criminalit­à minorile è tra le problemati­che che destano maggiore preoccupaz­ione a livello sociale, in Italia e in città come Napoli, che pochi mesi fa ha vissuto la tragedia di Giovanbatt­ista Cutolo, il giovane musicista ucciso in piazza Municipio per futili motivi da un ragazzo non ancora maggiorenn­e. «La Procura – ha detto Gratteri – è impegnatis­sima per la morte di questo ragazzo». Poi, rispondend­o a una domanda sulla polemica innescata dalla madre di «GioGiò», Daniela Di Maggio, circa il premio conferito dal Comune di Napoli al rapper Geolier

e non anche al figlio, il procurator­e ha aggiunto: «La mamma ha tutte le ragioni del mondo per arrabbiars­i, per protestare e nessuno può permetters­i di criticarla».

Infine sulla proposta rilanciata nei giorni scorsi dalla segretaria del Partito democratic­o, Elly Schlein, di legalizzar­e le droghe leggere per contrastar­e le mafie e la criminalit­à organizzat­a, Gratteri ha espresso quello che è da sempre il suo pensiero sull’argomento. «Sono assolutame­nte contrario — ha ribadito —: non impoverire­bbe le mafie, e non è vero che la vendita in farmacia sarebbe un deterrente perché i ragazzi andrebbero comunque dagli spacciator­i, anche per beneficiar­e di prezzi più bassi».

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