Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Gratteri: «Riforma Un’utopia chiedere l’arresto a tre giudici»
quando vi sia pericolo di reiterazione del reato, pericolo di fuga o pericolo di inquinamento delle prove, sia non più il giudice per le indagini preliminari ma un collegio giudicante composto da tre magistrati.
Un’ipotesi che per Gratteri è «irrealizzabile, soprattutto nei tribunali più piccoli dove ci sono sei sette magistrati». Il procuratore capo, ospite di
Ping Pong su Radio 1, ha quindi argomentato: «Se in tre firmano e un altro deve fare da Gup, e se tra i giudici poi c’è una donna incinta, come si fa?». Nel corso del suo intervento Gratteri ha affrontato anche il tema dell’uso distorto dei social da parte di giovani e baby gang. «Se prima utilizzavano Facebook, ora i giovani utilizzano TikTok per comunicare in modo mafioso
anche attraverso le canzoni neomelodiche o il rap, e per mandare messaggi alle altre organizzazioni in contrasto tra loro». Un tema quanto mai attuale visto che la criminalità minorile è tra le problematiche che destano maggiore preoccupazione a livello sociale, in Italia e in città come Napoli, che pochi mesi fa ha vissuto la tragedia di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso in piazza Municipio per futili motivi da un ragazzo non ancora maggiorenne. «La Procura – ha detto Gratteri – è impegnatissima per la morte di questo ragazzo». Poi, rispondendo a una domanda sulla polemica innescata dalla madre di «GioGiò», Daniela Di Maggio, circa il premio conferito dal Comune di Napoli al rapper Geolier
e non anche al figlio, il procuratore ha aggiunto: «La mamma ha tutte le ragioni del mondo per arrabbiarsi, per protestare e nessuno può permettersi di criticarla».
Infine sulla proposta rilanciata nei giorni scorsi dalla segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, di legalizzare le droghe leggere per contrastare le mafie e la criminalità organizzata, Gratteri ha espresso quello che è da sempre il suo pensiero sull’argomento. «Sono assolutamente contrario — ha ribadito —: non impoverirebbe le mafie, e non è vero che la vendita in farmacia sarebbe un deterrente perché i ragazzi andrebbero comunque dagli spacciatori, anche per beneficiare di prezzi più bassi».