Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La disabilità e le barriere burocratiche
Gentile direttore, vorrei sottoporre alla sua attenzione le difficoltà nella nostra città dei cittadini fragili per deficit motorio, quanto alla loro mobilità. La disciplina in vigore, per l’accesso alle ZTL, prevede l’obbligo di comunicare al Comune il numero di targa di due veicoli da poter utilizzare: in caso di indisponibilità degli stessi, è necessaria una specifica comunicazione indicando la targa di altro veicolo, e così di volta in volta. Dunque, una «barriera burocratica» a carico della persona disabile, che si trasforma in barriera architettonica ove venga omessa detta comunicazione. Si tratta di disciplina in contrasto con una vigente norma statale: il secondo comma dell’art. 381 del Regolamento di esecuzione del codice della strada, il quale, con riferimento all’uso dell’apposito contrassegno che attesta la condizione di disabilità dell’interessato, stabilisce che tale documento «è strettamente personale, non è vincolato ad uno specifico veicolo ed ha valore su tutto il territorio nazionale; in caso di utilizzazione, lo stesso deve essere esposto, in originale, nella parte anteriore del veicolo, in modo che sia chiaramente visibile per i controlli».
Dunque, l’unico onere per la persona disabile è l’esposizione del contrassegno sulla parte anteriore del veicolo. Neppure può rilevare che sia in atto una nuova legge che prevede la registrazione, su una piattaforma su scala nazionale, di due targhe associate al numero del contrassegno, per transitare su territorio di qualsiasi Comune che abbia aderito a detto sistema; ed invero: a) anche tale disciplina non è in sintonia con l’articolo 381 del regolamento di esecuzione del codice della strada; b) per la piena operatività di tale sistema occorre l’adesione dei singoli Comuni; c) il Comune di Napoli – almeno fino ad ora - non ha dato adesione a tale piattaforma, e ritengo meritoria questa scelta, trattandosi di disciplina comunque riduttiva e penalizzante per le persone disabili. Sarebbe quindi auspicabile che il Comune di Napoli revocasse la disciplina attualmente in atto, in quanto in contrasto con l’articolo 381 del Regolamento del codice della strada, nonché con il principio di uguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3 della Costituzione (……. «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana……»; dunque, le istituzioni devono rimuovere gli ostacoli, non crearli!!!). Se ritenuto opportuno un controllo, il Comune potrebbe adottare un qualsiasi meccanismo di vigilanza con riferimento alla verifica del contrassegno e non della targa (ad esempio, una sorta di telepass abbinato al contrassegno munito di microchip): in aggiunta, ovviamente, ai controlli su strada ad opera dei Corpi di Polizia di cui all’articolo 12 del Codice della strada. Ringraziando per l’attenzione prestata, confido nella pubblicazione della presente lettera, tenuto conto della sensibilità costantemente dimostrata da codesto quotidiano. Con viva cordialità.