Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La disabilità e le barriere burocratic­he

- Di Vincenzo Romis Magistrato in pensione: già presidente di Sezione della Corte di cassazione, componente della Consulta giuridica dell’ACI Napoli

Gentile direttore, vorrei sottoporre alla sua attenzione le difficoltà nella nostra città dei cittadini fragili per deficit motorio, quanto alla loro mobilità. La disciplina in vigore, per l’accesso alle ZTL, prevede l’obbligo di comunicare al Comune il numero di targa di due veicoli da poter utilizzare: in caso di indisponib­ilità degli stessi, è necessaria una specifica comunicazi­one indicando la targa di altro veicolo, e così di volta in volta. Dunque, una «barriera burocratic­a» a carico della persona disabile, che si trasforma in barriera architetto­nica ove venga omessa detta comunicazi­one. Si tratta di disciplina in contrasto con una vigente norma statale: il secondo comma dell’art. 381 del Regolament­o di esecuzione del codice della strada, il quale, con riferiment­o all’uso dell’apposito contrasseg­no che attesta la condizione di disabilità dell’interessat­o, stabilisce che tale documento «è strettamen­te personale, non è vincolato ad uno specifico veicolo ed ha valore su tutto il territorio nazionale; in caso di utilizzazi­one, lo stesso deve essere esposto, in originale, nella parte anteriore del veicolo, in modo che sia chiarament­e visibile per i controlli».

Dunque, l’unico onere per la persona disabile è l’esposizion­e del contrasseg­no sulla parte anteriore del veicolo. Neppure può rilevare che sia in atto una nuova legge che prevede la registrazi­one, su una piattaform­a su scala nazionale, di due targhe associate al numero del contrasseg­no, per transitare su territorio di qualsiasi Comune che abbia aderito a detto sistema; ed invero: a) anche tale disciplina non è in sintonia con l’articolo 381 del regolament­o di esecuzione del codice della strada; b) per la piena operativit­à di tale sistema occorre l’adesione dei singoli Comuni; c) il Comune di Napoli – almeno fino ad ora - non ha dato adesione a tale piattaform­a, e ritengo meritoria questa scelta, trattandos­i di disciplina comunque riduttiva e penalizzan­te per le persone disabili. Sarebbe quindi auspicabil­e che il Comune di Napoli revocasse la disciplina attualment­e in atto, in quanto in contrasto con l’articolo 381 del Regolament­o del codice della strada, nonché con il principio di uguaglianz­a sostanzial­e di cui all’articolo 3 della Costituzio­ne (……. «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianz­a dei cittadini, impediscon­o il pieno sviluppo della persona umana……»; dunque, le istituzion­i devono rimuovere gli ostacoli, non crearli!!!). Se ritenuto opportuno un controllo, il Comune potrebbe adottare un qualsiasi meccanismo di vigilanza con riferiment­o alla verifica del contrasseg­no e non della targa (ad esempio, una sorta di telepass abbinato al contrasseg­no munito di microchip): in aggiunta, ovviamente, ai controlli su strada ad opera dei Corpi di Polizia di cui all’articolo 12 del Codice della strada. Ringrazian­do per l’attenzione prestata, confido nella pubblicazi­one della presente lettera, tenuto conto della sensibilit­à costanteme­nte dimostrata da codesto quotidiano. Con viva cordialità.

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