Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il cardiochirurgo Coscioni sospeso per un anno «Garza dimenticata in un paziente»
Il primario: chiarirò presto. FdI: lasci l’Agenas. Martusciello (FI): ma la politica non c’entra
Una garza di 8 centimetri lasciata nel cuore del paziente, durante l’operazione del 20 dicembre del 2021 per la sostituzione di una valvola aortica all’ospedale Ruggi di Salerno. E una serie di valutazioni mediche, pre e post intervento chirurgico, ritenute non appropriate rispetto alle condizioni di Umberto Maddolo, un 62enne di Capaccio Paestum, morto dopo qualche giorno. Per questo decesso, tre medici e due sanitari sono indagati dalla Procura e sospesi dall’attività professionale su provvedimento del gip del Tribunale di Salerno. A capo dell’équipe che ha effettuato l’intervento c’era Enrico Coscioni, primario di Cardiochirurgia del Ruggi, presidente Agenas – l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – storico consigliere alla sanità di Vincenzo De Luca (ma ieri da palazzo Santa Lucia hanno fatto sapere che non lo è più). Nei suoi confronti è stata disposta una sospensione dalla professione medica di un anno. Nove i mesi di interdizione per i dottori Gerardo Del Negro e Pietro Toigo e per i sanitari Francesco Pirozzi e Aniello Puca.
La denuncia dei familiari di Maddolo ha fatto scattare l’inchiesta che ha prima portato all’autopsia sul corpo del 62enne – durante la quale è stata rinvenuta la garza nel cuore dell’uomo — e poi a una dettagliata relazione da parte di un gruppo di consulenti medici della Procura. Dalle indagini sono emersi, per l’accusa, quattro profili di colpevolezza per lo staff medico. Relativi alle modalità di preparazione dell’intervento, alle decisioni adottate durante l’operazione, all’aver lasciato la garza nel cuore del paziente e, infine, alla gestione della fase post operatoria. Lo staff medico, innanzitutto, non avrebbe convocato il cosiddetto “Heart Team”, una équipe di specialisti deputata a fornire la migliore opzione clinica per pazienti con patologie cardiache. Inoltre, durante l’operazione, i medici avrebbero riscontrato nel paziente «una estesa calcificazione dell’aorta ascendente» che avrebbe dovuto consigliare l’interruzione dell’intervento. Che invece completarono «ignorando o sottovalutando – è precisato negli atti della Procura – i rischi connessi
Era stato Vincenzo De Luca, una settimana fa, a fare allusioni: «Schillaci è una persona garbata e civile. Abbiamo purtroppo una serie di irresponsabili e di cialtroni che dalla Campania scrivono comunicati stampa e spingono esponenti del Governo a fare dichiarazioni stupide».
Ma chi sono questi «irresponsabili» di cui parlava De Luca a conclusione della sua polemica con riconciliazione finale con il ministro della Salute? Chi è che scrive comunicati stampa e spinge i ministri a dichiarare? Da palazzo Santa Lucia, gli indizi portavano dritto agli esponenti di Fratelli d’Italia: alla necessità di manipolare significativamente un cuore provato da un infarto recente e già gravato da una significativa disfunzione».
Infine il lembo di garza lasciato nel cuore. Senza rimuoverlo successivamente dal ventricolo sinistro. Così alla ripartenza dell’attività cardiaca del paziente, e alla ripresa del flusso ematico nell’aorta, la garza si bloccò nella biforcazione aorto-iliaca: dove è stata ritrovata durante l’autopsia. «Anche nella fase post operatoria — precisa la Procura — è stato individuato un ulteriore profilo di colpa per negligenza. Poiché non furono effettuati esami adeguati per individuare e rimuovere la garza. L’ordinanza cautelare – insistono i magistrati – ha evidenziato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico del Coscioni anche in relazione al delitto di falso ideologico aggravato, ricavati dalle dichiarazioni dei colleghi e dalla mancanza di alcuna traccia nella documentazione sanitaria redatta a cura del primario della effettiva scansione temporale verificatasi in sala operatoria dalle ore 16, epoca del mancato rinvenimento della garzina, alle ore 24 circa» quando Maddolo venne trasferito in Rianimazione.
La Procura aveva richiesto per il cardiochirurgo anche l’interdizione dall’attività di pubblico ufficio. Che avrebbe provocato la sospensione per Coscioni dall’incarico di presidente Agenas. Ma il gip non ha accolto l’istanza dei magistrati. «Sono sorpreso ed amareggiato del provvedimento interdittivo — è stata la reazione di Coscioni — attendo di avere copia dell’incartamento processuale per comprendere appieno la vicenda, dopodiché mi presenterò nel più breve tempo possibile al gip per fornire tutti gli elementi a mia discolpa. Rimango fiducioso nella magistratura essendo convinto di poter chiarire completamente la correttezza del mio operato».
Le reazioni al provvedimento del Tribunale sono arrivate dal centrodestra. Il senatore Antonio Iannone e la deputata Imma Vietri di FdI annunciano una interrogazione al ministro della Salute con la quale chiederanno «se sussistano i presupposti per sospendere o rimuovere Coscioni dall’incarico» di presidente Agenas. Di tutt’altro parere il coordinatore regionale di Forza Italia, Antonio Martusciello: «Il provvedimento riguarda l’attività professionale di Coscioni e per questa ragione non ne facciamo una battaglia politica. Quanto alle dimissioni da presidente dell’Agenas è una scelta che attiene alla sua sensibilità».