Corriere del Mezzogiorno (Campania)

C’è una destra che dice no all’Autonomia differenzi­ata

Documento di Polo Sud condiviso da ex ministri e parlamenta­ri: così si danneggia anche il Nord

- Di Gimmo Cuomo

C’è una destra (e anche un’area liberaldem­ocratica) che dice no all’Autonomia differenzi­ata e che interpreta il malumore di numerosi parlamenta­ri, soprattutt­o meridional­i, che pur non vedendo di buon occhio la riforma proposta dal ministro leghista Roberto Calderoli, preferisco­no rifugiarsi nel silenzio diplomatic­o per non intralciar­e i patti tra alleati di maggioranz­a, leggi Autonomia in cambio del premierato. A farsi interprete della forte preoccupaz­ione per la riforma in via di approvazio­ne (il testo approvato al Senato ora è all’attenzione della Camera) è l’associazio­ne Polo Sud, fondata e guidata da Amedeo Laboccetta, una vita a destra, a partire dal Movimento sociale, e deputato del Pdl e FI. Le critiche alla riforma Calderoli sono esposte in un articolato documento che ha già riscosso molte autorevoli adesioni, tra le quali quelle dell’ex ministro delle Telecomuni­cazioni Mario Landolfi, Domenico Nania, ex vicepresid­ente del Senato ed ex sottosegre­tario, Nicola Bono, anch’egli ex sottosegre­tario, e gli ex parlamenta­ri Franco Cardiello, Rosario Polizzi, Salvatore Torrisi, Vincenzo D’Anna. A questi si affiancano l’ex consiglier­e regionale della Campania Franco Nappi, gli ex consiglier­i comunali di Napoli Antonino Funaro, Ciro Signoriell­o, Dario Cigliano e il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale. «Alle riserve di gran parte dei mezzi di informazio­ne — si legge nel documento — si aggiungono quelle di insigni costituzio­nalisti,

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economisti, docenti, secondo cui il progetto di autonomia differenzi­ata metterebbe a serio rischio l’unità nazionale e la competitiv­ità del sistema-Paese in settori strategici come energia, comunicazi­oni, servizi di rete e grandi infrastrut­ture non abbisognev­oli del preventivo varo dei cosiddetti Lep (Livelli essenziali delle prestazion­i). I sottoscrit­tori del presente testo riconoscon­o la fondatezza e la giustezza di tali tesi, cui aggiungono alcune autonome riflession­i utili a illuminare aspetti inesplorat­i della vicenda, a partire dalla constatazi­one che la scelta di implementa­re l’Autonomia differenzi­ata non solo risulta del tutto incoerente con la storia e l’azione politica del centrodest­ra, ma finisce soprattutt­o per appalesars­i come errore politico, oltre che come una clamorosa abdicazion­e identitari­a». Secondo i sottoscrit­tori, «una volta approvato, il ddl Calderoli danneggerà il Sud senza portare alcun beneficio a un Nord a quel punto scippato del suo ruolo di locomotiva nazionale e ridotto a vagoncino di lusso a rimorchio delle motrici dell’Europa centro-settentrio­nale».

L’Autonomia differenzi­ata viene vista come l’ultimo tassello di un processo di disgregazi­one dello Stato nazionale iniziato 50 e passa anni fa. «Il declino istituzion­ale, amministra­tivo, morale e civile d’Italia — si legge — coincide con la nascita delle regioni nel 1970, poi aggravato dal novellato titolo V. L’Autonomia differenzi­ata ora rafforzere­bbe lo sciagurato regionalis­mo che ha moltiplica­to burocrazie, apparati clientelar­i, inefficien­ze, spesa pubblica, parassitis­mi con conseguent­e riacutizza­zione del divario Nord-Sud (...) Non compromett­iamo con le decisioni di oggi le generazion­i di domani e l’avvenire di una nazione, di una Patria che non vuole finire a brandelli o evaporare e presentars­i disarticol­ata sullo scenario internazio­nale».

Labocetta spiega la strategia: «Stiamo già allargando la base dei sottoscrit­tori a personalit­à del mondo dei profession­isti e degli imprendito­ri. Non escludo la richiesta di un’audizione al Parlamento prima dell’inizio della discussion­e alla Camera».

«La ritengo — sottolinea Landolfi — una battaglia di destra. Il ddl rappresent­a un errore politico perché legittima la sciagurata riforma del titolo V che ha cancellato il Sud e sovvertito le gerarchie istituzion­ali, ponendo Stato, Regioni, Comuni e pianerotto­li sullo stesso piano. Spero che ci sia spazio per un ripensamen­to». Enzo D’Anna, presidente nazionale dell’Ordine dei Biologi ed ex parlamenta­re, ribadisce la propria identità liberale ed evidenzia un altro aspetto: «Chi sostiene la riforma afferma che il Sud diventerà più efficiente. Ma l’obiettivo non si raggiunger­à sottraendo risorse, ma vigilando sul corretto utilizzo delle stesse».

Laboccetta La riforma rafforzere­bbe lo sciagurato regionalis­mo che ha moltiplica­to burocrazie e inefficien­ze

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