Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Camilla Buzzacchi, la prof di Milano-Bicocca che ha bocciato il testo presentato da Calderoli La relazione ai deputati: molteplici aspetti critici
Roberto Calderoli, approvato il 23 gennaio dal Senato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti.
Buzzacchi ha esposto le sue considerazioni ai deputati presenti prima di Claudio De Fiores, diritto Pubblico e Costituzionale (Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli»); Nicola Grasso,
"Ricadute destinate a ripercuotersi sui diritti e sull’eguaglianza dei cittadini: più che opportuno un ripensamento
diritto Costituzionale (Università del Salento) e Lorenzo Chieffi, diritto Pubblico (anche lui Università Vanvitelli). Tutti interventi quantomeno critici. Calderoli, dal canto suo, va ricordato, dopo la riunione a Montecitorio aveva parlato di «allarmismo immotivato e fantasiose ipotesi di pericolo che evidentemente sono figlie di un’avversione politica alla riforma», scatenando a sua volta polemiche politiche quando, riferendosi «a certa sinistra», aveva sbottato: «Sono stanco dell’eterno chiagne e fotte di partenopea memoria. La storia italiana parla chiaro: il centralismo ha creato e alimentato divari ma, grazie all’autonomia, finalmente si potrà invertire questa tendenza».
Una tesi, quella dell’esponente della Lega, che però non deve aver convinto la prof di Milano-Bicocca: «Il giudizio complessivo — chiosa Buzzacchi nelle pagine consegnate al Parlamento — è di una disciplina confusa e contraddittoria, che proprio perché non richiesta dalla Costituzione – e dunque non qualificabile come normativa costituzionalmente necessaria – offre un quadro di regole ampiamente superflue, ma anche di dubbia legittimità».