Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Esperti di eruzioni freatiche
Segnali «per la previsione degli eventi eruttivi freatici. Questo tipo di eventi — sottolinea il comunicato della Protezione civile — può essere di scala rilevante, con impatto fino a distanze di 1-3 chilometri. Tale elemento è da approfondire con la comunità scientifica per verificare la possibilità di definire scenari di pericolosità e di impatto da tenere poi in considerazione nella costante attività di aggiornamento della pianificazione di emergenza nel caso in cui il monitoraggio dovesse riconoscere una risalita magmatica». Nel record geologico dei Campi Flegrei gli eventi freatici sono infrequenti e riconducibili alla risalita di magma in superficie in presenza di sistemi idrotermali.
Dal momento che non ci sono ancora sufficienti conoscenze sui precursori delle esplosioni freatiche, la Commissione ha rilevato, poi, l’opportunità di «continuare a testare metodologie di elaborazione dei dati sismologici utili a valutare variazioni nel tempo delle caratteristiche del mezzo attraversato dalle onde sismiche, allo scopo di evidenziare eventuali processi di accumulo di gas nel sottosuolo, potenzialmente legati all’accadimento di esplosioni freatiche». Alla luce delle indicazioni fornite dalla Commissione, il Dipartimento della Protezione civile ha chiesto all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e all’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche, nell’ambito del più ampio monitoraggio dello stato dell’attività dei Campi Flegrei, di «voler contribuire a possibili approfondimenti delle conoscenze sui fenomeni freatici e a porre massima attenzione ad ogni possibile evidenza associabile a tali dinamiche. Allo stesso modo ha sottolineato l’utilità di definire anche l’eventuale
pericolosità relativa al rilascio in atmosfera di gas contenuti nel sistema idrotermale, tenuto conto dell’impatto che tali fenomenologie potrebbero avere su un territorio così densamente urbanizzato».
Confermato in ogni caso il livello di allerta giallo. Attualmente la caldera dei Campi Flegrei emette circa 4000 tonnellate di anidride carbonica al giorno, paragonate alle emissioni che avvengono durante una eruzione. La Grandi Rischi vuole capire ora se «in un territorio così densamente popolato» come quello flegreo, l’immissione di importanti quantità di gas in atmosfera possano avere conseguenze nocive per i residenti.
L’ultimo bollettino settimanale sui Campi Flegrei sostiene che «i dati monitorati della rete geochimica non hanno mostrato variazioni significative dei parametri acquisiti, pur confermando i trend di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale ed aumento del flusso di fluidi emessi. Nell’area di Pisciarelli i valori del flusso di CO2 dal suolo evidenziano il perdurare dei trend pluriennali già identificati».