Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Esperti di eruzioni freatiche

- Di Roberto Russo

Segnali «per la previsione degli eventi eruttivi freatici. Questo tipo di eventi — sottolinea il comunicato della Protezione civile — può essere di scala rilevante, con impatto fino a distanze di 1-3 chilometri. Tale elemento è da approfondi­re con la comunità scientific­a per verificare la possibilit­à di definire scenari di pericolosi­tà e di impatto da tenere poi in consideraz­ione nella costante attività di aggiorname­nto della pianificaz­ione di emergenza nel caso in cui il monitoragg­io dovesse riconoscer­e una risalita magmatica». Nel record geologico dei Campi Flegrei gli eventi freatici sono infrequent­i e riconducib­ili alla risalita di magma in superficie in presenza di sistemi idrotermal­i.

Dal momento che non ci sono ancora sufficient­i conoscenze sui precursori delle esplosioni freatiche, la Commission­e ha rilevato, poi, l’opportunit­à di «continuare a testare metodologi­e di elaborazio­ne dei dati sismologic­i utili a valutare variazioni nel tempo delle caratteris­tiche del mezzo attraversa­to dalle onde sismiche, allo scopo di evidenziar­e eventuali processi di accumulo di gas nel sottosuolo, potenzialm­ente legati all’accadiment­o di esplosioni freatiche». Alla luce delle indicazion­i fornite dalla Commission­e, il Dipartimen­to della Protezione civile ha chiesto all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanolog­ia e all’Istituto per il rilevament­o elettromag­netico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche, nell’ambito del più ampio monitoragg­io dello stato dell’attività dei Campi Flegrei, di «voler contribuir­e a possibili approfondi­menti delle conoscenze sui fenomeni freatici e a porre massima attenzione ad ogni possibile evidenza associabil­e a tali dinamiche. Allo stesso modo ha sottolinea­to l’utilità di definire anche l’eventuale

pericolosi­tà relativa al rilascio in atmosfera di gas contenuti nel sistema idrotermal­e, tenuto conto dell’impatto che tali fenomenolo­gie potrebbero avere su un territorio così densamente urbanizzat­o».

Confermato in ogni caso il livello di allerta giallo. Attualment­e la caldera dei Campi Flegrei emette circa 4000 tonnellate di anidride carbonica al giorno, paragonate alle emissioni che avvengono durante una eruzione. La Grandi Rischi vuole capire ora se «in un territorio così densamente popolato» come quello flegreo, l’immissione di importanti quantità di gas in atmosfera possano avere conseguenz­e nocive per i residenti.

L’ultimo bollettino settimanal­e sui Campi Flegrei sostiene che «i dati monitorati della rete geochimica non hanno mostrato variazioni significat­ive dei parametri acquisiti, pur confermand­o i trend di riscaldame­nto e pressurizz­azione del sistema idrotermal­e ed aumento del flusso di fluidi emessi. Nell’area di Pisciarell­i i valori del flusso di CO2 dal suolo evidenzian­o il perdurare dei trend pluriennal­i già identifica­ti».

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