Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Jorit stavolta ha scontentat­o tutti Ma Manfredi difende il suo murale

- Di Chiara Marasca

Foto di gruppo a Sochi Sopra, Jorit (secondo da sinistra) mentre abbraccia Ornella Muti, a cui ha dedicato un murale. L’altro abbraccio è al presidente russo Putin sul palco del Forum mondiale della Gioventù

NAPOLI «Fai foto con chi uccide, vergognati». È una delle frasi più dure, questa, ma non è di certo l’unica che sui social punta il dito contro la scelta di Jorit, che a Sochi, in Russia — dove ha realizzato anche un murale dedicato all’attrice Ornella Muti — in occasione del Forum mondiale della Gioventù, ha chiesto al presidente Putin di posare accanto a lui «per dimostrare in Italia che lei è un essere umano come tutti, per contrastar­e la propaganda occidental­e».

Quanto basta perché il writer napoletano, autore di decine di murales nel capoluogo partenopeo e in molte altre città del mondo, venisse investito da una vera e propria bufera, social ma soprattutt­o politica. La sua foto accanto a Putin ha fatto in poche ore il giro del web ed è stata pubblicata dai principali siti di informazio­ne, suscitando una pioggia di reazioni avverse, manifestat­e dagli utenti in calce ai vecchi post del suo profilo Instagram, come quello che ritrae il murale di Maradona a Taverna del Ferro, il mega dipinto finito recentemen­te sotto i riflettori perché a rischio, a causa di un intervento di restyling previsto nel quartiere Barra. Ma attenzione. Non solo critiche.

In tanti elogiano il suo esieri

sere «una voce fuori dal coro», e lo ringrazian­o per aver fatto «vedere anche l’altra faccia della medaglia e non sono la propaganda euro-americana!». I più, però, restano critici: «Domanda seria: quale sarebbe la propaganda occidental­e? Putin non ha invaso l’Ucraina e non vuole rovesciare quel governo con le armi? Non uccide o fa arrestare gli oppositori? C’è libertà di parola in Russia?», scrive Francesco, mentre Tatiana aggiunge: «Sei così libero da cancellare i commenti che non ti piacciono? Imbarazzan­te». E poi, ancora «Mamma mia come sei messo male».

Intanto anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi — mattina in visita proprio a Taverna del Ferro nel cantiere che avvia la riqualific­azione urbana e che obbliga alla rimozione del celebre murale raffiguran­te il Pibe de Oro — è intervenut­o sulla polemica: «Credo che sul giudizio che abbiamo su Putin e sulla nostra condanna forte per l’invasione dell’Ucraina non ci sia alcun dubbio. L’idea di trovare un modo per salvare il murale di Jorit che raffigura Maradona è questione che interessa ai napoletani e non a Putin. Se noi avremo la possibilit­à di salvarne una parte, ed è una questione esclusivam­ente tecnica, lo faremo perché rappresent­a un simbolo

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identitari­o».

Dura la nota della democrat Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo: «Ho scritto stamane alla Commission­e europea e al Consiglio dell’Unione europea chiedendo l’inseriment­o di Ciro Cerullo, in arte Jorit, tra gli individui sottoposti a sanzione da parte dell’Unione europea. Già col murale a Mariupol aveva manifestat­o la sua adesione al disegno criminale e genocidari­o del popolo ucraino da parte di Vladimir Putin e ora ha dimostrato di essere uno strumento della propaganda russa. Ricordo che Putin attualment­e è ricercato per crimini di guerra e deportazio­ne di bambini. Mi auguro che le amministra­zioni pubbliche italiane ed europee che intratteng­ono rapporti economici e culturali con Jorit vogliano immediatam­ente revocare le commesse in suo favore. Auspico un intervento veloce ed incisivo contro l’ennesima misura attiva messa in campo dal Cremlino». Ma l’onda di disapprova­zione montata nella giornata di ieri è stata bipartisan, e ha visto Fratelli d’Italia, con il senatore campano Antonio Iannone, annunciare «un’interrogaz­ione parlamenta­re al ministro della Cultura Sangiulian­o» per «fare luce» sui fondi che la Regione Campa

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Picierno Ho chiesto all’Ue di inserirlo tra le persone sottoposte a sanzioni europee

nia ha erogato a sostegno della realizzazi­one delle opere di Jorit, perché «si è reso protagonis­ta di un episodio assolutame­nte disdicevol­e visto il comportame­nto di Putin nei confronti dell’Occidente, con un conflitto che sta causando la morte di moltissimi giovani».

Poi c’è la lettera aperta firmata dagli scrittori Maurizio de Giovanni e Viola Ardone, insieme con Sandro Ruotolo e Arturo Scotto: «Caro Jorit, ferma restando la tua piena autonomia e la tua libertà di adesione a qualsiasi ideologia politica, non possiamo tacere di fronte alla foto che ti ritrae insieme con Putin. Sai quanto la

Bufera social e politica sul writer napoletano che a Sochi loda Putin Il web: «Sei messo propio male» FdI: la Regione ha pagato le opere "

presentati­vi di quel tempo glorioso Pistoletto è l’unico sopravviss­uto divenuto celebrità internazio­nale nel modo pop di certe star americane che credono di poter tramutare in oro tutto quel che toccano. Col vantaggio rispetto ai colleghi d’Oltreocean­o di abitare un sistema che non prevede più la critica e il conflitto delle idee, ragion per cui tutto il mondo dell’arte italiana sussurra che la Venere napoletana è una roba che non si può guardare ma nessuno si permette di dissentire apertament­e. Magari domani qualcuno disinteres­sato e competente si prenderà la briga di convincere i cittadini della necessità di officiare il rito di un’arte che sembra la versione spettrale di sé stessa. E dopodomani qualcun altro la stroncherà senza compliment­i.

Temo però che non succederà né l’una né l’altra cosa. Solo a pensarlo il pupazzo dei Marshmallo­w s’ingrandisc­e e incute paura minacciand­o sfracelli nel caso qualcuno ne intralcias­se il passaggio sui media. tua arte sia importante per tutti noi ma quella foto è uno schiaffo a noi tutti. Tu ritratto assieme a chi manda in carcere e a morire gli oppositori, i giornalist­i e gli intellettu­ali che non la pensano come lui. Quella foto con Putin ci fa male perché ti sei schierato con chi ha occupato militarmen­te un Paese come l’Ucraina dove stanno morendo migliaia di donne e uomini innocenti. Quella foto con Putin ci fa male perché noi pensiamo che occorra fermare le armi e battersi per la pace. Caro Jorit, l’arte deve essere libera di esprimersi. Putin è contro i nostri valori». Pistoletto che oggi vorrebbe stringere in un abbraccio l’autore del rogo neanche si accorge che l’incontro fatale c’è già stato lo scorso luglio e che il poverino non se n’è ancora liberato. Simone Isaia, l’incendiari­o, è imprigiona­to da otto mesi perché a detta dei magistrati potrebbe reiterare il reato. L’arte di oggi manda in galera le persone mentre le opere si fingono pie, beni culturali per diritto di censo, puri spiriti da far assurgere alla gloria dell’altare. Questo il destino ultimo annunciato dai preti che non potevano mancare alla cerimonia di benedizion­e della salma dell’arte che fu, promettend­o vita eterna al fantasma di piazza Municipio. E poiché anche le fiamme dell’inferno sono eterne al povero Simone, scontati i quattro anni di carcere elargiti, il vescovo chiederà di far da guida ai turisti che vorranno visitare la futura chiesa della Venere. È la legge dantesca del contrappas­so. Fine pena mai.

De Giovanni Caro Jorit, lodiamo la libertà e il tuo lavoro Ma quella foto è uno schiaffo a tutti noi

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(foto grande)
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