Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le donne e futuro
Le ho conosciute le donne di domani grazie ad un progetto realizzato proprio a Napoli, a cui ho partecipato e che mi ha consentito di incontrare molti giovani, sia ragazze che ragazzi dai 16 ai 19 anni. Merce rara, perché la fascia dei così detti «giovani veri» cioè tra i 15 e i 24 anni, rappresenta sul totale della popolazione del nostro Paese poco più del 10%, dovrebbero quindi essere tutelati, protetti e soprattutto valorizzati, rappresentando l’unica possibilità per il paese di sviluppo e di coesione sociale. La mia proposta formativa ha coinvolto maggiormente le ragazze; abbiamo parlato scambiandoci pareri e visioni a volte distanti, ma ho avuto ancora una volta conferma che solo con l’ascolto attivo, cioè partecipato, si può raggiungere la decodifica del bisogno. Mentre la loro maturità biologica era evidente anzi in qualcuna esuberante, i loro occhi, al di là del trucco, tradivano una innocenza, in alcuni casi, tale da sembrare falsa. La dicotomia tra ciò che mostravano e ciò che invece esprimevano attraverso le domande e i dubbi era in alcuni casi sconcertante, perché richiamava l’ingenuità. Il corpo, la contraccezione, i diritti riproduttivi, Il bisogno di sapere, di capire, di conoscere. Domande, dubbi, curiosità e a volte certezze errate, ma sempre tanto entusiasmo, tanto bisogno di essere protagoniste consapevoli della loro vita. Tanta determinazione. È emersa però nelle loro parole una paura trasversale nei confronti della violenza sessuale, e una stanchezza nei confronti degli stereotipi ancora presenti nel rapporto con l’altro sesso. A questo punto passo la parola a Beatrice 19 anni, studentessa in Biotecnologie per la Salute, questo il suo intervento: «… vorrei non dover ancora sentire quanto abbia bevuto una vittima di stupro che «se l’è cercata»; vorrei non dover sentire colleghi e compagni che consigliano di vestirsi in modo succinto per passare un esame; vorrei non dover fare finta di chiamare qualcuno quando torno a casa la sera; vorrei non dover sorridere sempre per risultare gradevole; vorrei poter lavorare senza essere chiamata «bellissima», «bambolina», «tesoro»; … Vorrei, anzi, voglio, vogliamo».