Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Luca: «Noi siamo per la battaglia altri consiglian­o esercizi spirituali»

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Il presidente della Regione «pizzica» Manfredi. Scontro poi con Fitto sui Fondi Coesione impiegati

parla invece di percentual­i ben più basse sui pagamenti: il 23,9%. Da qui la querela del presidente della Campania, che si chiede: «Altre Regioni che hanno già sottoscrit­to l’accordo per la Coesione con il governo hanno dati analoghi, se non peggiori, di quelli del Psc campano. La Calabria ha impegni al 52 % e pagamenti al 28 %. Il Lazio, impegni al 67 % e pagamenti al 51 %. La Lombardia, impegni al 70 % e pagamenti al 57 %. La Sicilia ha un rapporto del 33 % e del 23%». Ma dal Dipartimen­to Coesione la replica è giunta quasi immediata: «Il Bollettino monitoragg­io politiche di coesione - programmaz­ione 2021/2027 e 2014/2020» della Ragioneria generale dello Stato conferma pienamente i dati di attuazione dei programmi Coesione relativi alla Regione Campania che il Dipartimen­to della coesione della presidenza del Consiglio dei ministri ha fornito fino ad oggi» E aggiunge: «Per evitare il rischio che tali dati siano interpreta­ti in maniera strumental­e, è opportuno offrirne un corretto inquadrame­nto. L’avanzament­o della spesa Fsc nei tre cicli di programmaz­ione precedenti risulta ancora molto contenuto, inferiore al 50% delle risorse stanziate. In altri termini, sulle risorse complessiv­amente assegnate alla Campania a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione pari a più di 9 miliardi nei tre cicli di programmaz­ione 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020, il livello di pagamenti è di appena 4,7 miliardi, solo il 50% del totale: un dato che desta molta preoccupaz­ione, dimostrand­o che in tutti questi anni è stata spesa appena la metà dei fondi stanziati». E infine: «Guardando l’ultimo periodo di programmaz­ione 2014-2020, il dato è ancora più drammatico. A fronte di un livello di impegni dell’84%, sui pagamenti si resta fermi al 23,9%. Quindi, su 3,1 miliardi a disposizio­ne dal 2014, sono stati spesi solo 750 milioni». «Dati - afferma la nota - che confermano appieno il grave ritardo nell’attuazione dell’utilizzo del Fondo di Sviluppo e Coesione da parte della Regione Campania e che ben fanno comprender­e le ragioni sia della riforma voluta dal governo Meloni lo scorso anno , sia le modalità usate per la definizion­e degli accordi di coesione».

Ieri intanto il governo ha firmato l’accordo sui FSC con il Friuli Venezia Giulia, che porta nelle casse della Regione 190 milioni di euro. «E il Sud aspetta, tranne la Calabria», dice De Luca. «Qualcuno – aggiunge — ci consiglia di fare esercizi spirituali, ma io sono per combattere per la dignità di Napoli e la Campania e per il rispetto delle leggi. Questi fondi non sono un regalo che chiediamo a qualcuno andando a fare i mendicanti, è un nostro diritto che deve essere riconosciu­to». Poi incalza: «La Regione Campania è oggetto di una discrimina­zione, di una offesa politica contro i suoi concittadi­ni, non contro di me. Bloccare 6 miliardi di euro significa commettere un delitto contro questa comunità. Ho sorriso quando Meloni, in Abruzzo, dove sono tutti impegnati nella transumanz­a, ha detto che questo Governo si caratteriz­za per rapidità di decisione: Gesù, Giuseppe e Maria». Il presidente campano parla piuttosto di «un calvario indegno di un Paese civile. In Italia i tempi di decisione sono inferiori a quelli dell’Africa sub-sahariana. Eppure – evidenzia – si perdono anni, ma sono tutti sereni, tranquilli, in un clima di nirvana, di pace dello spirito. A me le ore che passano bruciano sulla pelle», mentre «ci sono esponenti parlamenta­ri dell’area di governo che non hanno trovato il tempo e il coraggio per dire solo “a”, almeno per testimonia­re che sono ancora in vita».

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Da sinistra in senso orario: Vincenzo De Luca, lo stadio Maradona e il sindaco Gaetano Manfredi con il ministro Raffaele Fitto
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