Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sicurezza sul lavoro

- Di Emanuele Imperiali

E allora il primo interrogat­ivo che nasce spontaneo è, perché si è deciso di applicare la patente a punti solo all’edilizia? Le norme, chissà perché contenute in un decreto sul Pnrr, materia del tutto diversa, prevedono che le nuove disposizio­ni entrino in vigore dal primo ottobre 2024. Per quale motivo?

La patente a punti, o meglio a crediti, è una richiesta da tempo avanzata soprattutt­o dalle organizzaz­ioni sindacali. Ma limitarla, come ha fatto il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, solo all’edilizia appare quantomeno riduttivo. Il sistema dei crediti, per cui un’impresa parte con 30 e non può scendere sotto i 15, altrimenti scatta la sanzione amministra­tiva da 6mila a 12mila euro, è una sperimenta­zione e va messo alla prova. In caso di incidente mortale in una ditta delle costruzion­i, all’azienda sono sottratti 20 punti dalla pagella di un’impresa. Non bisogna essere per forza di cose credenti, ma basta essere laici con un’etica di vita per valutare la vita umana qualcosa che ha ben più rilevanza e dignità dei pochi punti sottratti.

E ci si interroga sul perché non la ministra Calderone per la verità, ma il ministro della Giustizia Carlo Nordio, si sia opposto all’introduzio­ne di una specifica fattispeci­e di reato, quell’omicidio sul lavoro che sarebbe stato giusto e opportuno applicare in molti casi di infortuni mortali. Omicidio stradale sì e omicidio sul lavoro no, la ratio di questa discrasia appare quantomeno discutibil­e. Così come non si comprende il motivo, pur restando nel settore edile, del perché non si sia intervenut­i con mano ferma per bloccare subappalti a cascata, lavoro nero, caporalato, inosservan­za delle regole basilari di sicurezza nei cantieri. Possiamo auspicare che nel corso del dibattito parlamenta­re si intervenga su queste manchevole­zze, da parte delle forze politiche di maggioranz­a e d’opposizion­e, perché su temi come questi l’unità di tutti è indispensa­bile. Per la verità un primo passo la ministra l’ha fatto, reintroduc­endo il reato di somministr­azione illecita di manodopera, che era stato depenalizz­ato nel 2016. Così come è da apprezzare il rafforzame­nto del personale ispettivo, con 466 assunzioni da sbloccare e 300 del tutto nuove. La mancanza di controlli è alla base di tanti, troppi incidenti. Il Governo è troppo timido, accusa il leader della Cgil Maurizio Landini, che chiede di reintrodur­re per decreto la parità di trattament­o economico e normativo per i lavoratori in tutti gli appalti pubblici e privati e di rafforzare le sanzioni penali verso le imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza e anche di non erogare incentivi o finanziame­nti a quelle non in regola e che non applicano i corretti contratti nazionali.

Oltre alla patente a punti, per tutti i settori, non solo per gli edili. Facciamo nostro l’appello del maggior sindacato italiano, perché non c’è tempo da perdere. Va fermata questa vera e propria strage degli innocenti.

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