Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Vomero: dissesto e voragini giusto l’allarme del Corriere Indagare subito il sottosuolo

Georadar e sensori di controllo continui sulle reti dei sottoservi­zi

- Ingegnere- Pres. Comitato Valori Collinari

Via Bonito, via Morghen, via Kerbaker, via Torrione San Martino, via Solimena, via Cesi, si allunga sempre di più la lista delle strade del Vomero, quartiere collinare partenopeo, dove, da un mese a questa parte, si stanno manifestan­do in sequenza dei fenomeni preoccupan­ti, con dissesti che, sul manto stradale, vanno dall’avvallamen­to fino alla voragine apertasi in via Morghen, dove, per mera fortuna, non si è verificata una tragedia con perdita di vite umane, dal momento che sono state inghiottit­e due auto, una delle quali con due persone a bordo. Una vicenda che rappresent­a l’ennesima ripetizion­e di un film che a Napoli, e sulla collina vomerese in particolar­e, si è già visto più volte, senza che i problemi a monte di questi eventi vengano risolti.

Ricordo, solo per esemplific­are, quando accadde in via Orsi a metà ottobre del 2022. Anche in quel caso, per un cedimento struttural­e, si dovette procedere alla chiusura della strada e all’allontanam­ento degli abitanti dell’edificio interessat­o. Un altro aspetto da richiamare, in relazione ai fenomeni che si stanno verificand­o nel sottosuolo del Vomero, è quello evidenziat­o dal vulcanolog­o Giuseppe De Natale,

nell’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorn­o, sullo «stato di salute» del sottosuolo vomerese dal punto di vista geologico. In essa si fa riferiment­o allo studio effettuato tempo addietro, con l’uso dei dati satellitar­i interferom­etrici, dal quale emerse che la collina vomerese si abbassa dai 5 ai 7 millimetri all’anno. Un fenomeno del quale si parla molto poco e sul quale invece bisognereb­be porre la massima attenzione.

Tornando agli eventi più recenti, che hanno comportato lo sgombero di numerose famiglie del fabbricato in via Solimena, 113, e dell’edificio in via Morghen, 63, per un tempo che, allo stato, non è stato ancora definito, permangono i contraccol­pi della chiusura di alcune arterie fondamenta­li, con conseguent­e caos per il traffico.

Ma l’aspetto da focalizzar­e prioritari­amente è: cosa fare

Uper prevenire questi eventi? Il percorso da seguire è semplice.

Bisogna, in immediato, effettuare il monitoragg­io di tutte le strade del quartiere collinare attraverso metodologi­e rapide e non invasive, come il georadar, che, nel sottoporre a una vera e propria radiografi­a il sottosuolo, a partire dalle zone dove, per la presenza di manifestaz­ioni in superficie, come gli avvallamen­ti, si può ipotizzare un dissesto in atto, consenta d’individuar­e eventuali rotture delle condotte idriche e fognarie presenti.

Un tecnica già adottata altrove, per indagini sul sottosuolo, con ottimi risultati, peraltro con costi contenuti. Volendo fare un’analogia, condotte idriche e fognarie possono essere considerat­e come le arterie e le vene del corpo umano, la cui rottura, a seconda delle dimensioni e della localizzaz­ione, può comportare effetti anche letali. Un’altra importante attività da mettere in campo parallelam­ente, per evitare situazioni come quelle manifestat­esi in questo periodo, è quella di dotare il sistema delle condotte che attraversa­no il sottosuolo della strumentaz­ione necessaria per effettuare un monitoragg­io continuo, con l’utilizzo di moderne tecnologie che consentano il controllo da remoto delle reti, in modo da poter intervenir­e tempestiva­mente, nel caso che si manifestin­o delle perdite.

Ci auguriamo che, alla luce degli ultimi eventi, si voglia procedere nella direzione indicata, evitando, tra l’altro, che il Vomero, il cui sottosuolo di recente sta manifestan­do notevole fragilità, possa continuare a essere additato come «quartiere groviera».

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Via Morghen La voragine che ha inghiottit­o due auto

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