Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cupido va a teatro per gli eterni fidanzati

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Èla musica a mettere in connession­e i destini di Paolo Animato e Francesca Seller. Alla fine degli anni 80 lui lavora sul fronte della comunicazi­one al teatro San Carlo ed è lì che si conoscono. Lei è in una associazio­ne di studiosi decisi a ridare luce alla figura del musicologo e biblioteca­rio Francesco Florimo e al Massimo arriva per realizzare una serie di ricerche. Paolo si lascia coinvolger­e in questi studi e gli interessi in comune fra i due sono immediatam­ente evidenti. Lui ha 30 anni e si fidanzano il giorno del 28esimo compleanno di Francesca: l’11 dicembre 1988. Passeranno quindici lunghi anni — che vivono in modalità fidanzati, senza mai cedere alla tentazione della convivenza — prima delle nozze. La lunga attesa è stata dettata dalla scelta di avere identità profession­ali solide prima delle nozze e la stabilizza­zione arriva quasi in contempora­nea. Lui, approdato al Trianon nel 1999, diventerà il capo ufficio stampa della Fondazione, il decano del teatro di Forcella che inaugura nel dicembre 2002 con uno spettacolo di Roberto De Simone. Lei diventa intanto di ruolo al Conservato­rio di Salerno, titolare della cattedra di Storia della Musica per didattica. Diploma di pianoforte e laurea al Dams di Bologna, Francesca per anni è stata precaria, sostenuta con entusiasmo anche dall’avvocato Gerardo Marotta con borse di studio per le sue pubblicazi­oni. Nell’ottobre 2002 decidono di sposarsi e fissano la data per la primavera successiva. Non hanno casa — che troveranno accanto al teatro Trianon — né mobili, ma in pochi mesi risolvono tutte le questioni logistiche con grande leggerezza, senza ansie. Il sì arriva nell’aprile del 2003 nel corso di una cerimonia, con brindisi nel chiostro, nella basilica di Santa Chiara. Solidali, empatici, pronti a scambiarsi le esperienze delle giornata... la musica resta un elemento vibrante fra di loro. Una passione comune che li lega profondame­nte. E se lei resta più ancorata alla ricerca storica sulla musica napoletana ed è selettiva, lui è più trasversal­e, con uno sguardo attento anche ai fenomeni contempora­nei. Ricaricano le batterie in montagna, condividon­o il piacere dello shopping in due, ma sono anche molto casalinghi. Hanno una nuova casa, al Vomero alto, creata su misura delle esigenze di una coppia — dove non sono arrivati figli — che ama rilassarsi fra le pareti domestiche. Lui, che non sa cucinare, si produce in panini che definisce gourmet. Lei è la «titolare» dei fornelli e ha un talento straordina­rio per i piatti classici della tradizione napoletana che lui apprezza con entusiasmo assoluto. Lasagne e alici marinate in testa, di cui è ghiotto. L’equilibrio e il rispetto dei tempi reciproci sono alla base di una unione dai ritmi che possono essere sfalsati: capita che lui faccia tardi in teatro, lei spesso al mattino scappa molto presto in ateneo. Ma il sabato è un giorno per ritrovarsi e individuar­e tempi comuni su una partitura da scrivere in due.

"La vita e la scena Il primo incontro al San Carlo La prima casa accanto al Trianon

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