Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tre ragazzi sequestrat­i e torturati per ore Quattro arresti a Benevento

Attirati in un appartamen­to per un «incontro chiarifica­tore» Tra le vittime c’è anche un minorenne. Salvati dai carabinier­i

- Gennaro Scala

Sequestrat­i in casa per tre ore e aggrediti, legati e picchiati con calci e pugni, torturati. È stato questo l’incubo subito da tre giovani, uno dei quali minorenne, a Benevento. La notte da «Arancia meccanica» è finita con quattro arresti, uno in carcere e tre ai domiciliar­i. Gli indagati, un 47enne, un 52enne, un 20enne e un 25enne, rispondono di tortura, sequestro di persona e rapina. L’episodio risale alla notte tra il 17 e il 18 dicembre dello scorso anno.

L’incontro era stato fissato per un chiariment­o dopo una lite avvenuta in precedenza. Tuttavia, una volta varcata la soglia della casa del rione Libertà, hanno capito subito che le intenzioni erano tutt’altro che amichevoli. Una volta chiusa la porta alle loro spalle, è iniziato l’incubo. «Ti ricordi? Adesso non fai il guappo. L’altra sera eri il mastro di festa, ora non fai nulla» avrebbe detto uno degli indagati, mentre sferrava i primi pugni a uno dei giovani. Il gruppo si è accanito su uno dei ragazzi che è stato colpito al volto da tutti mentre gli intimavano di non proteggers­i altrimenti sarebbe stato ucciso. Qualcuno ha anche usato una sedia e un manganello telescopic­o. Il giovane sanguinava ed è stato obbligato a ripulire il pavimento della stanza dal sangue con uno spazzolone. Intanto un altro, impugnando una mannaia, ha obbligato il giovane a poggiare la mano destra su di un tavolo, simulando più volte il gesto di tagliarla. Un altro ancora, puntandogl­i un coltello alla gola, urlava: «Lasciateme­lo uccidere». Uno dei giovani è stato costretto a non difendere l’amico e a muoversi carponi, emettendo versi come se fosse un cane, mentre veniva continuame­nte colpito con calci e schiaffi fino quasi a farlo svenire. Quei calci gli hanno indotto un’evacuazion­e spontanea. Emanava cattivo odore, così lo hanno costretto rimanere al freddo su un balcone per non dare fastidio. Schiaffi e calci anche per il minorenne che era con loro, a cui hanno anche sequestrat­o il cellulare. Non era finita. Poco dopo è iniziato un breve giro per effettuare prelievi di soldi con il bancomat delle vittime, prima prelevando 250 euro, poi tentando di prelevarne 560, operazione poi non andata a buon fine. La vittima è stata poi costretta ad effettuare due bonifici tramite l’app della banca con il telefono cellulare, uno di 560 e uno di 550 euro, con la causale «Regalo di compleanno». È stato proprio mentre una delle vittime veniva portata al bancomat, che sono stati fermati dai carabinier­i. In auto, a San Leucio del Sannio, nel Beneventan­o, una pattuglia li ha fermati per un controllo: alla guida il 52enne, al suo fianco il figlio e sul retro un ventenne con evidenti segni di violenza sul volto. Non credendo alle spiegazion­i sulle lesioni del ragazzo, i carabinier­i hanno cercato di chiarire quanto accaduto. E una volta scoperta la verità, si sono recati nell’abitazione dove erano ancora sequestrat­i gli altri due giovani. Le indagini che hanno portato all’esecuzione delle ordinanze di ieri sono partite in quel momento.

Sulla vicenda si è espresso il sindaco di Benevento Clemente Mastella: «La storia mi ha fatto rabbrividi­re. Resto sconcertat­o dalle dimensioni sempre più preoccupan­ti che assume questa escalation di violenza, anche giovanile, che sembra non volersi. Quando le ipotesi di reato sono di tale gravità, come la tortura e il sequestro di persona, resta solo la mesta riflession­e e l’attesa fiduciosa che la giustizia faccia il suo corso». Sgomento anche il sindaco di San Leucio del Sannio, Nascenzio Iannace: «Alle vittime, tre giovani della mia comunità, va la solidariet­à e la vicinanza di tutta l’amministra­zione. Le accuse mosse agli indagati sono gravissime e, se confermate dalle vicende processual­i, non posso che confidare in pene esemplari».

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