Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Addio a Nicola Barbato, il poliziotto-eroe che sfidò il racket

Mastella La storia mi ha fatto rabbrividi­re Resto sconcertat­o da questa escalation di violenza giovanile Il ricordo dell’imprendito­re Iovine: «Grazie a lui ebbi il coraggio di denunciare i miei estorsori»

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI «Ho conosciuto Nicola Barbato poco meno di 20 anni fa. Avevo inaugurato l’hotel Neapolis e la Locanda del Grifo. Cominciai con i miei soci il progetto di recupero del complesso monumental­e della Pietrasant­a». Parole di Raffaele Iovine, imprendito­re, che ricorda il poliziotto scomparso ieri. Un agente che nel 2015 era stato ferito da un estorsore durante un’operazione antiracket a Fuorigrott­a e che, a seguito di quell’ episodio, ha trascorso gli ultimi 9 anni di vita sulla sedia a rotelle.

«Lo conobbi – spiega Iovine - perché avevo subito una richiesta estorsiva. Qualcuno aveva depositato nella buca dell’hotel una lettera nella quale mi ingiungeva di pagare una tantum 50.000 euro. Pensai ad uno scherzo, sottovalut­ai la cosa. Fui poi contattato telefonica­mente a casa e rinnovaron­o la richiesta. Noi soci ci rivolgemmo alla questura – c’era De Iesu, oggi assessore – e sporgemmo denuncia». Prosegue: «De Iesu mi affidò alla sezione antiracket. Conobbi Nicola, Antimo Silvestre, Luciano Lombardi, Gennaro Albanese. Nicola era schivo, sicuro e determinat­o. Viveva come una ingiustizi­a che un imprendito­re dovesse essere sottoposto alle vessazioni degli estorsori». Va avanti: «I poliziotti mi chiesero di attendere un nuovo segnale. Ricevetti una telefonata e mi diedero appuntamen­to in un bar in piazza Dante.

L’antiracket mi disse di assecondar­e la richiesta. Ero terrorizza­to. Al mio interlocut­ore dissi che sarei stato accompagna­to da un cugino ed andai a quell’appuntamen­to con Nicola, che fu estremamen­te rassicuran­te ed affettuoso. Non si presentò nessuno», Prosegue: «Giorni terribili, mi dovevo muovere con cautela e dovevo comunicare i miei spostament­i alla questura. Gli estorsori pretesero di venire a ritirare i soldi a casa mia. Li aspettavo con mio cognato e i miei angeli custodi. Ci fu un intoppo, perché i delinquent­i mi chiesero di scendere e depositare i 50.000 euro in una edicola votiva, dove sarebbero passati poi loro a prelevarli. L’operazione sfumò. Richiamaro­no il giorno dopo: insulti, minacce ai miei familiari. Un inferno. Terminò quando scattò la trappola dei poliziotti i quali, individuat­a la cabina telefonica da cui chiamavano, arrestaron­o i malviventi. «Nicola mi ha incoraggia­to – conclude il gestore della Pietrasant­a – mi ha sostenuto e dato fiducia. Non avevo mai raccontato questa vicenda. Lo faccio ora per rendergli onore e l’estremo saluto e per incoraggia­re chi, come accadde a me allora, è vittima di richieste estorsive».

Numerosi sul web i messaggi di cordoglio alla famiglia (tra essi quello del sindacato Coisp) ed istituzion­ali e i ricordi dei colleghi di Barbato. I funerali si tengono oggi ale 16 a Teverola, in provincia di Caserta.

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