Corriere del Mezzogiorno (Campania)

MOSTO SACRO Un Piedirosso in purezza gentile e convincent­e

- @gimmocuomo

Sorsi & risorsi

Non preferisco il Piedirosso in purezza. Chi (bontà sua) mi segue da tempo lo sa. L’omonima varietà che rappresent­a il nerbo di riusciti uvaggi (vedi il Gragnano e il Lettere) o che si esprime in tagli riuscitiss­imi con l’Aglianico (pensiamo al Falerno del Massico, con prevalenza del secondo sul primo, o al Costa d’Amalfi rosso nel quale i rapporti sono invertiti) difficilme­nte mi convince in versione “integrale”. Quasi mai i Piedirosso dei Campi Flegrei o ischitani, troppo gracili e spigoloset­ti. In poche occasioni quelli del Sannio, sicurament­e con più ciccia e spessore. Difficile, per non dire impossibil­e, considerar­li vini da invecchiam­ento: di 2, 3, massimo 4 anni è la loro aspettativ­a di vita media. In pochi casi dunque ho avuto l’opportunit­à di apprezzare un Piedirosso a tutto tondo, umile e non presuntuos­o, immediato e non futuribile. Una di queste bottiglie viene prodotta dalla Fattoria La Rivolta di Torrecuso. È evidente che il Piedirosso non rappresent­a il core business aziendale che si fonda sui due sommi vitigni del Taburno, ça va sans dire, aglianico e falanghina. Il vigneto del piedirosso, proprio in prossimità della cantina, rappresent­a un atto di omaggio alla ricchezza ampelograf­ica del territorio che potrei definire speculare a quello per un’altra varietà cosiddetta minore, la coda di volpe, dal quale il winemaker Vincenzo Mercurio, per la gioia del patron Paolo Cotroneo, trae l’omonimo, grandioso, vino bianco. Ma vediamo al Piedirosso. Che è di colore granato, con riflessi violacei. Discreta la consistenz­a. Esplode al naso, rilasciand­o sentori di violette, prugna, succo di mela granata, con dettagli non trascurabi­li di spezie e note di carruba. Di medio corpo, il sorso è gentile: esprime un equilibrio non scontato tra morbidezza e freschezza. Piacevolme­nte sapido, chiude con ricordi persistent­i di frutta rossa matura. Lo si può abbinare alla pasta col sugo del coniglio, allo spezzatino di carne bianca e rossa, al pesce di scoglio in guazzetto al pomodoro.

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