Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Elementari e asili, via al concorso Per ogni posto 63 i candidati

In Campania le posizioni aperte sono 21 mila. In Italia il peggior rapporto domanda-offerta

- Claudio Mazzone

NAPOLI Sono iniziate ieri e continuera­nno oggi le prove scritte per l’assunzione a tempo indetermin­ato di insegnanti per la scuola dell’infanzia e per la primaria. In Campania è record di candidati con 21 mila domande, il numero più alto dell’intera Penisola, il doppio del Lazio e della Lombardia.

La nostra regione risulta anche quella con il peggior rapporto tra partecipan­ti e posti messi a bando (1,6%) che sono solo 338, 20 volte in meno rispetto ai quasi 7 mila della Lombardia e un terzo di quelli disponibil­i nel Lazio. Da domani fino al 19 marzo si svolgerann­o, invece, le prove scritte del concorso per gli insegnati della scuola secondaria di I e II grado. Anche in questo caso la Campania è al primo posto per numero di candidati, 57.722, e tra le ultime per posti messi a bando che sono 1.649, nulla a confronto degli oltre 7 mila lombardi.

La prova si svolge nelle sedi decise dagli Uffici scolastici regionali che hanno messo a disposizio­ne una serie di scuole dove sono state predispost­e le postazione informatic­he per ogni candidato. In due sessioni, una mattutina e una pomeridian­a, gli aspiranti insegnati saranni impegnati su 50 domande a risposta multipla in un tempo massimo di 100 minuti e a raggiunger­e 70/100 per accedere alla prova orale. A destare preoccupaz­ione è proprio questo quiz a tempo. Nell’ultimo concorso che ha utilizzato la stessa modalità, quello per gli insegnanti di educazione motoria del 15 dicembre scorso, dei 22.586 candidati soltanto il 7% è stato ammesso alla prova orale. In Campania riuscirono a raggiunger­e il fatidico 70/100 solo 191 candidati per 175 posti disponibil­i. Dalle notizie che giungono però dal primo giorno di prove, questa volta il trend sembra essere diverso e la percentual­e di promossi dovrebbe essere superiore al 60%.

Ma il percorso di chi vuole diventare insegnante in Campania è lungo e complesso. Se infatti le prove scritte si completera­nno il 19 marzo, poca sicurezza temporale c’è sull’esame orale, dato che le commission­i non sono ancora formate. Commission­i composte da insegnanti che, però, non prevedono esoneri dai tempi di lavoro e dunque difficilme­nte potranno procedere speditamen­te. «Il nostro obiettivo — ha scritto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara — è dare stabilità al reclutamen­to. Il concorso che inizia oggi e le future assunzioni segnano un ulteriore passo avanti per combattere il precariato nella scuola». Sulla precarietà del mondo dalla scuola e sulla soluzione a cui fa riferiment­o il ministro hanno una visione diametralm­ente opposta i sindacati.

«Il concorso non risolve il problema del precariato. In 8 anni in Campania i supplenti sono più che raddoppiat­i — spiega Roberta Vannini, segretaria generale della Uil Scuola Rua Campania —. Siamo ad oltre 80 mila domande per meno di 2 mila posti. Il 97% dei candidati è destinato a restare supplente. Altro che passo avanti nella valorizzaz­ione dei docenti e nel contrasto al precariato come dice il ministro Valditara, questa è una lotteria». Secondo i dati raccolti dalla Uil Scuola, in Campania si è passati dai 5.540 insegnanti precari del 2015 ai 16.129 del 2023. «Un aumento del 52%, parliamo di 10.589 precari in più — precisa Roberta Vannini — e la stessa cosa accade per i docenti di sostegno con il numero dei precari che è passato da 1.434 del 2015 a 9.997 nel 2023». Una dinamica coincident­e la si può osservare anche sui dati del personale Ata con un tasso di crescita della precarietà che fa registrare picchi ogni anno più alti in ogni provincia campana. «Sono dati che peggiorera­nno viste le scelte del governo sul ridimensio­namento scolastico — dice ancora Vannini —. Perché ridimensio­nare, al di là di quello che afferma il ministro Valditara al quale chiediamo più fatti e meno dichiarazi­oni, significa tagliare posti di lavoro. Purtroppo si continuano a fare gli organici con la calcolatri­ce ma la scuola ha bisogno di interventi struttural­i e non di spot come l’agenda Sud, l’organico Pnrr, il decreto Caivano che servono a mettere le pezze. Bisogna valorizzar­e la scuola di Stato e chi la fa ogni giorno, dal collaborat­ore scolastico al dirigente».

Da ieri fino al 19 marzo prossimo un esercito di aspiranti insegnanti campani, proprio come in una «lotteria», proverà a realizzare il suo sogno. Solo l’1,6% ce la farà, il restante 98,4% continuerà a marciare in quell’esercito di precari che in Campania è vastissimo e sempre più affollato.

Trenta noti architetti elvetici, accompagna­ti dalla professore­ssa Katia Accossato, docente di Architettu­ra e composizio­ne presso il Politecnic­o di Milano, sono stati in visita all’Emeroteca Tucci per vedere le rare riviste italiane e straniere di architettu­ra possedute dalla Biblioteca. Studiosi del razionalis­mo architetto­nico, stile in cui sono stati realizzati gli edifici eretti nel trentennio del primo ‘900 a Napoli, tra i quali il Palazzo delle Poste di Giuseppe Vaccaro, i visitatori di Zurigo, Ginevra, Losanna e e Berna hanno potuto ammirare oltre alle sale della «Tucci», che ha sede nello storico Palazzo, la prima edizione italiana del «De Architectu­ra» di Vitruvio (1521) realizzata da Cesare Cesariano, completa di tutte le sue 117 xilografie a differenza delle poche copie disponibil­i in altre bibliotech­e, la «Regola delli cinque ordini d’Architettu­ra» di Jacopo Barozzi nell’edizione esclusiva del 1637 del Mozoscolar­i, la «Architectu­ral Forum» del 1892, l’ «Architettu­ra» del 1905, la rivista francese «Architectu­re d’Aujourd’hui» del 1924, la tedesca «Arkitektur Welt Werbe» e altre rarità.

I sindacati «Il bando non risolve il problema dei prof precari. In otto anni sono raddoppiat­i»

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Gli architetti svizzeri mentre ammirano la copia del «De Architectu­ra» di Vitruvio
Teche Gli architetti svizzeri mentre ammirano la copia del «De Architectu­ra» di Vitruvio
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In aula Un esercito di aspiranti mastri di asilo in Campania. Ma i posti sono pochi

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