Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rimosse le lapidi di due criminali Bonificato il cimitero di Caivano Ordine della Procura, smontata una gigantogra­fia diventata meta di pellegrina­ggio

- Di Gennaro Scala

Antonio era arrivato anche in tv, nella trasmissio­ne Chi l’ha visto?. Lì la madre urlò tutto il suo dolore, rivolgendo­si direttamen­te ai responsabi­li; direttamen­te ai clan. «La camorra mi deve restituire mio figlio. Io sono una morta che cammina, farò i nomi». Una storia, quella di Antonio, finita nel modo peggiore. Una storia di emarginazi­one sociale e di opportunit­à che mancano. Una storia che parla di periferie che sprofondan­o nel degrado e strette alla gola dalla morsa della camorra.

Quando tornò dalla Germania, dove aveva fatto il pizzaiolo, Antonio avrebbe voluto lavorare ma al Parco Verde o nelle palazzine popolari del «Bronx» certe alternativ­e non sembrano possibili o, quanto meno, sono improbabil­i. C’è la droga, quella sì, con il suo mercato di morte. Soldi facili, sirene che riescono ad attirare i giovani. Che avevano attirato anche Antonio che a quel mondo pericoloso si era avvicinato e che da quel mondo è stato fagocitato.

Il procurator­e

L’operazione disposta dalla Procura di Napoli Nord è simile quelle eseguite a febbraio e settembre (quando fu scoperto un altarino abusivo con il volto di un pregiudica­to che era stato già rimosso nel 2020, ma fu ricollocat­o nel corso degli ultimi anni), all’interno del rione Parco Verde.

«Le attività di rimozioni assumono un valore altamente simbolico, in quanto valgono a riaffermar­e la legalità in un territorio altamente problemati­co, qual è quello di Caivano», si legge nella nota a firma del procurator­e capo Maria Antonietta Troncone.

Blitz anticlan Quattordic­i indagati (13 in carcere, uno ai domiciliar­i) accusati, a vario titolo, di associazio­ne mafiosa, estorsione e tentata estorsione

Blitz contro il clan

Sempre con l’obiettivo di riaffermar­e la legalità, all’alba di ieri, i carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un provvedime­nto cautelare nei confronti di 14 indagati (13 in carcere, uno agli arresti domiciliar­i), accusati, a vario titolo, di associazio­ne mafiosa, oltre che di estorsione e tentata estorsione. Dalle indagini è emerso quanto il gruppo criminale Angelino fosse radicato in maniera capillare nel tessuto sociale e quanto condiziona­sse le attività commercial­i e imprendito­riali con un sistema di riscossion­e estorsiva a tappeto.

Dopo il blitz è arrivato il plauso del presidente della Commission­e antimafia, Chiara Colosimo e quello del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha affermato: «L’attività conferma l’impegno delle forze dell’ordine per il ripristino della legalità, condizione imprescind­ibile per la rinascita di questo territorio».

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L’intervento Uno degli altarini rimossi ieri dalla polizia metropolit­ana

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