Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Girolamini accuse cadute
La razzia non sarebbe stata però il frutto di un’azione sistematica, ma di singole «acquisizioni». Questo è quanto stabilito dalla prima sezione penale del tribunale di Napoli, che ieri pomeriggio ha assolto tutti gli imputati che hanno optato per il dibattimento dalle accuse di associazione per delinquere finalizzata alla sottrazione dei volumi, devastazione, saccheggio e soppressione di documenti. Dietro il saccheggio della biblioteca napoletana dei Girolamini non si sarebbe dunque alcuna organizzazione.
Al termine di un iter dibattimentale andato avanti per undici anni e oltre centoventi udienze, il collegio presieduto da Maurizio Conte ha assolto tutti gli imputati dalle accuse più gravi. I giudici di primo grado, in parziale accoglimento alle richieste avanzate dal pubblico ministero Antonella Serio, hanno però condannato sei imputati per una serie di episodi di peculato: Massimo Marino De Caro, direttore della biblioteca dei Girolamini fino al 1992, è stato condannato a 12 anni e 3 mesi in continuazione con la precedente sentenza pronunciata al termine del rito abbreviato e diventata definitiva il 9 aprile 2015, incassando così un aumento di pena di 5 anni e 3 mesi. Stephane Delsalle ha rimediato 4 anni di reclusione; Maurizio Bifolco 5 anni e 6 mesi; Luca Cableri, difeso dal penalista Claudio Botti, 4 anni 6 mesi; Stefano Ceccantoni 2 anni e 6 mesi; Mirko Camuri un anno in continuazione con la precedente condanna a 4 anni e 8 mesi. È stato invece assolto da tutti i capi di imputazione l’ex direttore del complesso monumentale dei Girolamini don Sandro Marsano, assistito dagli avvocati Bruno Von Arx e Manlio Pennino, il quale è riuscito a dimostrare la propria completa estraneità rispetto al «sistema» gestito da De Caro.
Accuse a picco anche per Viktoriya Pavloskiy, Lorena Paola Weigant, Alejandro Eloy Cabello, Cesar Abel Cabello, Federico Roncoletta. Un verdetto, quello emesso dal collegio presieduto da Maurizio Conte, che ha solo in parte soddisfatto le aspettative del pm, che in sede di requisitoria aveva chiesto 10 anni di reclusione per tutti gli imputati. La prima sezione penale ha però disposto la confisca nei confronti di De Caro, Delsalle, Cableri e Bifolco di beni immobili, dei libri di proprietà di De Caro, oltre che dei soldi sul conto corrente e dei titoli intestati a Bifolco (già sequestrati dal gip il 22 aprile 2012 e il 28 maggio 2014), fino al raggiungimento di 8 milioni e mezzo di euro.
Disposto infine il dissequestro e la restituzione del materiale librario dei Girolamini e della biblioteca statale Oratoriana annessa al monumento nazionale dei Girolamini.