Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Leonardo, numeri record da Pomigliano a Nola L’ad Cingolani: torneremo ad assumere personale Annunciato il piano industriale. Per la prima volta presenti i sindacati
— ha spiegato Cingolani — che mettessimo in atto nel corso dell’emergenza pandemica, una vera e propria scommessa che possiamo dire di aver vinto, perché una volta passata la pandemia e tornati a produrre per un mercato in crescita, ci siamo già trovati, per così dire, sul pezzo. Pronti ad affrontare le sfide del mercato e realizzando quello che poteva essere un tempo, irrealizzabile, cioè di produrre senza alcun errore».
Per quanto riguarda i livelli occupazionali l’ad di Leonardo ha ribadito che sia per gli stabilimenti campani, che per tutti gli altri del gruppo, in questo piano industriale si parla solo di crescita, mai di una contrazione. «Se la situazione dovesse essere positiva e realizzare una crescita produttiva — ha aggiunto Cingolani — sicuramente potrebbe accadere che in alcuni stabilimenti si possa anche tornare ad assumere personale». In particolare, i segnali e le prospettive su Pomigliano e Nola che fanno parte delle aerostrutture di Leonardo, sono davvero positivi. Si prevede infatti di incrementare la redditività della fornitura, sfruttando sia l’eccellenza operativa che la ripresa del mercato, e accrescere la dimensione del business attraverso partnership strategiche. Nell’arco di Piano, la divisione Aerostrutture prevede una crescita di ordini e ricavi rispettivamente del 16% e 17%, con il breakeven Ebita entro la fine del 2025. Anche per i siti industriali di Bacoli (Fusaro) e di Giugliano del settore Elettronica e Difesa del gruppo le prospettive del piano danno indicazioni più che positive.
L’intenzione di Leonardo è di diventare un player globale nel settore nell’Elettronica per la Difesa attraverso una maggiore competitività, investimenti nella tecnologia, razionalizzazione del prodotto concentrandosi sull’offerta di base e facendo leva anche sulle partnership internazionali. Soddisfatti i sindacati che per la prima volta hanno partecipato alla presentazione del piano di Leonardo insieme agli investitori. «Il piano illustrato dall’ad Cingolani — commentano il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, e il segretario nazionale Uilm responsabile del settore Bruno Cantonetti — ha fatto emergere con chiarezza che quest’azienda oggi ha raggiunto una consapevolezza importante delle sue capacità e potenzialità». sabato scorso, quando il locale è stato inondato dai liquami a causa del cedimento di un manufatto fognario gestito da Abc. Nel pomeriggio del 9 marzo il volto di Gabriele Troisi, uno dei titolari, era un misto di rabbia e sconforto. Aveva raccontato ai cronisti di avere aperto il locale da due anni, anche grazie ad un finanziamento di circa 60.000 euro del progetto Resto al Sud sostenuto da Invitalia. Aveva aggiunto che a causa della voragine era stato costretto a licenziare 4 dipendenti e di essere angosciato dal futuro, perché aveva sulle spalle un affitto da pagare e la rata del prestito da restituire ad Invitalia. Ebbene, Claudio Corrao, amico di Francesco Troisi — quest’ultimo fratello di Gabriele e contitolare della pizzeria — ha lanciato una raccolta di fondi su Gofundme che in poco meno di una giornata ha permesso di recuperare 22.150 euro. Le donazioni sono state 479. Tanti hanno voluto dare una mano per sostenere una esperienza nata con l’idea di dare spazio ai produttori locali e che rischia ora di interrompersi bruscamente.