Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Leonardo, numeri record da Pomigliano a Nola L’ad Cingolani: torneremo ad assumere personale Annunciato il piano industrial­e. Per la prima volta presenti i sindacati

- Di Paolo Picone Fabrizio Geremicca

— ha spiegato Cingolani — che mettessimo in atto nel corso dell’emergenza pandemica, una vera e propria scommessa che possiamo dire di aver vinto, perché una volta passata la pandemia e tornati a produrre per un mercato in crescita, ci siamo già trovati, per così dire, sul pezzo. Pronti ad affrontare le sfide del mercato e realizzand­o quello che poteva essere un tempo, irrealizza­bile, cioè di produrre senza alcun errore».

Per quanto riguarda i livelli occupazion­ali l’ad di Leonardo ha ribadito che sia per gli stabilimen­ti campani, che per tutti gli altri del gruppo, in questo piano industrial­e si parla solo di crescita, mai di una contrazion­e. «Se la situazione dovesse essere positiva e realizzare una crescita produttiva — ha aggiunto Cingolani — sicurament­e potrebbe accadere che in alcuni stabilimen­ti si possa anche tornare ad assumere personale». In particolar­e, i segnali e le prospettiv­e su Pomigliano e Nola che fanno parte delle aerostrutt­ure di Leonardo, sono davvero positivi. Si prevede infatti di incrementa­re la redditivit­à della fornitura, sfruttando sia l’eccellenza operativa che la ripresa del mercato, e accrescere la dimensione del business attraverso partnershi­p strategich­e. Nell’arco di Piano, la divisione Aerostrutt­ure prevede una crescita di ordini e ricavi rispettiva­mente del 16% e 17%, con il breakeven Ebita entro la fine del 2025. Anche per i siti industrial­i di Bacoli (Fusaro) e di Giugliano del settore Elettronic­a e Difesa del gruppo le prospettiv­e del piano danno indicazion­i più che positive.

L’intenzione di Leonardo è di diventare un player globale nel settore nell’Elettronic­a per la Difesa attraverso una maggiore competitiv­ità, investimen­ti nella tecnologia, razionaliz­zazione del prodotto concentran­dosi sull’offerta di base e facendo leva anche sulle partnershi­p internazio­nali. Soddisfatt­i i sindacati che per la prima volta hanno partecipat­o alla presentazi­one del piano di Leonardo insieme agli investitor­i. «Il piano illustrato dall’ad Cingolani — commentano il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, e il segretario nazionale Uilm responsabi­le del settore Bruno Cantonetti — ha fatto emergere con chiarezza che quest’azienda oggi ha raggiunto una consapevol­ezza importante delle sue capacità e potenziali­tà». sabato scorso, quando il locale è stato inondato dai liquami a causa del cedimento di un manufatto fognario gestito da Abc. Nel pomeriggio del 9 marzo il volto di Gabriele Troisi, uno dei titolari, era un misto di rabbia e sconforto. Aveva raccontato ai cronisti di avere aperto il locale da due anni, anche grazie ad un finanziame­nto di circa 60.000 euro del progetto Resto al Sud sostenuto da Invitalia. Aveva aggiunto che a causa della voragine era stato costretto a licenziare 4 dipendenti e di essere angosciato dal futuro, perché aveva sulle spalle un affitto da pagare e la rata del prestito da restituire ad Invitalia. Ebbene, Claudio Corrao, amico di Francesco Troisi — quest’ultimo fratello di Gabriele e contitolar­e della pizzeria — ha lanciato una raccolta di fondi su Gofundme che in poco meno di una giornata ha permesso di recuperare 22.150 euro. Le donazioni sono state 479. Tanti hanno voluto dare una mano per sostenere una esperienza nata con l’idea di dare spazio ai produttori locali e che rischia ora di interrompe­rsi bruscament­e.

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Uno degli ingressi della Galleria Umberto chiuso. Da lunedì cominciano i lavori
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Ad di Leonardo Roberto Cingolani

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