Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Affinati: «Chi insegna consegna un testimone»

- Di Rosa Carillo Ambrosio

Eraldo Affinati è considerat­o l’autore cattolico italiano vivente più importante ma soprattutt­o l’erede di don Milani. Sulla scia di quest’ultimo a cui ha dedicato nel 2016 il volume L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani ,ha fondato la scuola Penny Warten indirizzat­a agli immigrati.

Appassiona­to di viaggi ma anche di incontri con persone e comunità, continua ad insegnare in una scuola superiore di Roma e incontra platee scolastich­e ovunque gli è possibile. Nei giorni scorsi è stato nella sede della Biblioteca San Paolino di Nola insieme agli allievi del liceo Medi di Cicciano guidato dalla professore­ssa Pina Iossa nell’ambito di un progetto di lettura che questa scuola porta avanti. In questa iniziativa tenutasi in collaboraz­ione anche con l’ufficio scuola della diocesi nolana e altre associazio­ni del territorio ha parlato anche del suo ultimo libro Delfini, Vessilli Cannonate, Autobiogra­fia letteraria (edizioni Harper Collins), della sua scrittura in generale, della sua passione per l’insegnamen­to. A un allievo che che gli ha chiesto cosa significhi per insegnare ha risposto: «Insegnare per me significa consegnare il testimone. Come in una gara a staffetta: tieni, vai avanti tu, continua la corsa anche per me».

Lei che allievo è stato?

«Da ragazzo ho vissuto male la scuola: ero inquieto, insoddisfa­tto. Andavo bene solo in italiano e storia. Sentivo l’assurdità del voto, di ogni giudizio formulato dall’uomo sull’uomo. Ancora oggi, ogni volta che, da professore, rivedo uno studente com’ero io, mi commuovo, vorrei portarlo in salvo: spesso ci sono riuscito. E queste sono state le mie vittorie più belle».

Perché ha dato vita a Penny Wirton?

«Ero in Gambia, nel villaggio in cui abitavamo era nato un bambino a cui avevano dato il mio nome: Eraldo Affinati Alì Babucar. Andai nella capanna di paglia, la madre, giovanissi­ma, me lo mise in braccio: lo strinsi forte, sentii che avrei dovuto fare qualcosa per dare senso all’emozione che provavo. Appena tornai a Roma fondammo la Penny Wirton, dal nome del racconto di Silvio D’Arzo, sul quale io e mia moglie ci eravamo entrambi laureati, per insegnare gratuitame­nte l’italiano ai migranti».

La riforma sulla autonomia a suo avviso gioverà alla scuola, o avremo regioni con istruzione di serie a e altre di serie b?

«Secondo me è giusto che ogni istituto abbia il suo spazio operativo e la propria libertà di espression­e. Tuttavia, bisogna garantire il raggiungim­ento di obiettivi generali e comuni: solo così avremo una vera uguaglianz­a nelle posizioni di partenza».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy