Corriere del Mezzogiorno (Campania)
TUTTI QUELLI CHE HANNO TAGLIATO LA CORDA
Mi parve giusto che all’ente camerale fosse riconosciuto il merito storico di aver perseguito l’obiettivo fin dai tempi della presidenza di Gaspare Russo, come Bojano puntualmente ricorda. Peraltro la terzietà della Camera di Commercio assicurava maggiore celerità negli adempimenti, unita alla concretezza dell’imprenditore che in quella fase ne era alla guida: Strianese, appunto. Gli altri soci – Provincia, Comuni di Salerno, Pontecagnano-Faiano, Bellizzi, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, ancora altri enti locali del Cilento, persino la Regione Basilicata – costituivano la compagine consortile.
Durante un incontro che organizzai con l’ingegnere Mauro Pollio, all’epoca amministratore delegato di Gesac (Società Gestione Servizi Aeroporti Campani) con sede in Napoli, notai una certa resistenza nel sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, che propendeva per una gestione autonoma, sganciata quindi da Gesac. Viceversa altri rappresentanti istituzionali degli enti consorziati ritenevano che fosse indispensabile affidarsi a quella società in considerazione di due elementi: il know-how maturato a Capodichino e la necessità già individuata dalla Regione Campania durante la presidenza Bassolino di costruire un sistema aeroportuale Napoli-Salerno, alleggerendo il traffico di Capodichino e affidando un ruolo adeguato a quello che sarebbe stato poi battezzato “Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi”.
Antonio Valiante, vicepresidente della Giunta Bassolino, attribuì la posizione del sindaco del capoluogo a “un eccesso di salernitanità”, come evidenzia Bojano nella ricostruzione dei fatti. Detto per inciso, si parlava anche di un nuovo aeroporto internazionale da localizzare a Grazzanise. Per la verità, nella legislatura regionale 2010/2015 anche il presidente Stefano Caldoro spinse per la gestione unica in capo a Gesac. Ricordo tra gli altri un incontro in epoca più recente, quando ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti era Corrado Passera, a margine di un convegno su altro tema che ebbe luogo proprio nella sede della Camera di Commercio di Salerno, presidente Guido Arzano. Siamo negli anni 2011/2012: ero senatore della Repubblica e, insieme con il collega Nino Paravia e con Tino Iannuzzi deputato al Parlamento, redigemmo un documento e lo inoltrammo a Passera, per sottolineare alcune criticità sorte nel tortuoso iter di realizzazione dell’allungamento della pista aeroportuale!
Ecco, in un lungo arco di tempo e nelle varie fasi del mio impegno di servizio alle istituzioni locali e parlamentari europea e nazionale, particolarmente durante i due mandati alla Provincia, ho mantenuto costante l’impegno sulla dotazione infrastrutturale del Salernitano.
Richiamo semplicemente, oltreché il sostegno finanziario della Provincia nella fase d’avvio della Società, anche le opere progettate, appaltate e finanziate, con particolare riguardo alla viabilità provinciale nelle aree limitrofe, e alla realizzazione dell’Aversana. Inoltre, su incarico del Governo, la Provincia coordinò la Conferenza dei servizi per l’allargamento e la messa in sicurezza dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria nel territorio del Salernitano, riuscendo anche ad ottenere lo svincolo originariamente non previsto a Montecorvino Pugliano per aeroporto e SP Aversana. I relativi lavori, finanziati dallo Stato, furono realizzati dall’Anas.
Torno allo spunto iniziale del mio excursus. Oggi Gesac è a pieno titolo finalmente proiettata nella gestione del nostro aeroporto. Una sana virata del presidente De Luca verso la più utile e ragionevole soluzione che avevamo individuato un po’ più di 20 anni fa! E dunque si avvicina il giorno del taglio del nastro, lasciando alle spalle quel primo “taglio della corda”. Sì, il primo, perché più tardi, nel corso della consiliatura 2006/2011, su proposta del sindaco De Luca, il Comune di Salerno dismise le quote e si disimpegnò dal Consorzio e dalla Società di gestione nel frattempo costituita. L’esito della votazione: 39 voti favorevoli e due contrari: Andria e Fausto Morrone. che presero atto di un… secondo “taglio della corda”. Ne sarebbe seguito un terzo: proprio la Provincia, durante la presidenza di Edmondo Cirielli, emulando il comune capoluogo, deliberò il recesso dalla Società e la cessione delle proprie quote. Ma è storia passata!