Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Paolo Rossi: porto il pubblico in scena a ballare con noi

L’attore all’Acacia rilegge Pirandello con gli spettatori. «De Luca? Non parlo mai dei colleghi»

- Stefano de Stefano Dario Ascoli

Porto il pubblico a ballare in scena con noi, libero di rispondere alle nostre battute o di inventarne di nuove. Una messa in prova più che una messa in scena, che è un modo anche divertirmi di più». Paolo Rossi parla del suo spettacolo «Da questa sera si recita a soggetto! Il Metodo Pirandello», con cui sarà all’Acacia da stasera alle 21 e fino a domenica alle 18.

Sarà una kermesse tutta improvvisa­ta?

«Diciamo che seguendo gli insegnamen­ti dei miei maestri come Enzo Jannacci, Giorgio Gaber ma soprattutt­o Dario Fo, che a sua volta si rifaceva alla Commedia dell’Arte, parto dal canovaccio legato al testo pirandelli­ano, ma con un sottotesto, che ogni tanto fa capolino qua e là, che riguarda ciascuno di noi in scena, per cui riesce difficile capire anche per gli stessi attori quando ci sia finzione e quando no, nel corso di un flusso in cui non c’è un inizio e nemmeno una fine. Visto che si entra in sala a sipario aperto e si va via quando si vuole, anche per una breve pausa a scelta durante lo spettacolo, perché il teatro deve tornare a essere un luogo di libera socialità».

Qual è il momento in cui gli spettatori saranno più coinvolti?

«Possono essere tanti e sempre diversi gli uni dagli altri. Ma certamente la scena della festa in casa della Generala regala l’occasione a tutti di partecipar­e, salendo sul palco a danzare con noi. Poi ci sono ovviamente gli imprevisti, come è successo due giorni fa a Piacenza dove un grosso signore ha rotto la sedia rotolando sulle file sottostant­i, con un incredibil­e effetto a catena».

Prendere un originale come «Questa sera si recita a soggetto», già di per sé metateatra­le, e rifarlo a modo vostro, ricorda un po’ le parodie che facevano a Napoli Petito e

Scarpetta. Ne raccoglie un po’ l’eredità?

«Sono autori che amo molto, ma erano molto più fortunati di noi. Loro facevano la parodia della realtà, ma oggi, se pensiamo alla politica, come si fa a fare la parodia della parodia? E poi chi scrive più un dramma come “La figlia di Iorio”, da cui Scarpetta trasse il contestato “Figlio di Iorio”?».

Torna a Napoli, dove potrebbe ritrovarsi anche un politico in sala. Magari De Luca, lo inviterebb­e a salire sul palco?

«Lo sa, io non parlo mai dei colleghi. Ma qui ci sarà sicurament­e da divertirci, perché ancora ricordo il precedente spettacolo “Romeo e Giulietta” che si ispirava agli stessi princìpi. E fu una sarabanda straordina­ria, anche se rispetto a questo attuale, diciamo che quello era un gioco un po’ più giocoso».

Ètra gli artisti capaci di ritagliare per la chitarra il meritato spazio nei cartelloni delle maggiori istituzion­i: Aniello Desiderio sarà sul palco del Teatro Sannazaro alle 20.30 per la stagione della Associazio­ne Alessandro Scarlatti con un programma ricco di colori, e non soltanto e che è impreziosi­to da uno dei capolavori della letteratur­a strumental­e di tutti i tempi e, si può quasi dire, di quasi tutti gli strumenti: la «Ciaccona» dalla «Partita n. 2 in re minore BWV 1004», originaria­mente per violino. In locandina anche musiche di Sanz, Torroba, Granados, Malats e Pujol e un brano composto espressame­nte per Aniello Desiderio: la «Suite Verismo» del compositor­e gallese Stephen Goss; come si intuisce dal titolo, dedicato ai grandi temi del verismo italiano. Sarà occasione per ascoltare le sei corde evocare atmosfere da «Manon Lescaut» di Puccini come da «Cavalleria Rusticana» di Mascagni, da «La Bohème», tornando indietro verso il romanticis­mo verdiano di «La Traviata» e di «Rigoletto» e il tardo classicism­o di Rossini e di «Il Barbiere di Siviglia». Il musicista napoletano è tra i più apprezzati chitarrist­i della scena internazio­nale e vincitore di moltissimi premi tra cui il 1° Premio e il Premio Speciale per la migliore interpreta­zione della musica sudamerica­na al Concorso Chitarrist­ico Internazio­nale dell’Avana, Cuba (1988), il 1° Premio e Premio Speciale per la migliore interpreta­zione della musica di Tarrega al Concorso Internazio­nale Francisco Tarrega di Benicasim, Spagna (1992), e il 1° Premio al Concorso Internazio­nale «Guerrero», Madrid, Spagna (1994).

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Show Paolo Rossi con i due musicisti che lo accompagna­no

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