Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Reddito, De Luca boccia i 5 Stelle E sul terzo mandato: «Si può fare»
Il governatore in commissione Affari costituzionali : «No a questa autonomia, è irricevibile»
«La Campania è favorevole ad una autonomia differenziata che salvaguardi l’unità nazionale, mentre la proposta del governo è irricevibile perché distrugge la coesione nel Paese». De Luca rilancia su scuola, sanità, gettito fiscale e risorse europee, depositando in commissione Affari Costituzionali della Camera il no alla riforma di Calderoli. Il governatore della Campania spiega che la Consulta, i cittadini e il referendum saranno i tre strumenti a tutela dei diritti del Sud. Tutto questo mentre si sta organizzando una nuova manifestazione a Napoli contro l’autonomia differenziata. Ieri mattina De Luca ha visitato il camper della Cgil sul lungomare di Napoli che girerà l’Italia fino a giugno contro la riforma Calderoli. Il governatore ha pure parlato di altri temi come il terzo mandato. «Si può fare. È un dibattito tutto astratto della politica politicante — dice —. Di tutto si discute, meno che dei problemi della gente». De Luca non si lascia scalfire dall’esito della votazione di mercoledì al Senato sulla ipotesi di terzo mandato per i presidenti delle giunte regionali che aveva avanzato la Lega e che è stata bocciata dagli stessi alleati di Salvini. Ipotesi, peraltro che anche nel partito democratico, oltre i confini campani, trova ben pochi sostenitori. Poco cambia per l’inquilino (dal 2015) di Palazzo Santa Lucia che, anzi, rilancia e va all’attacco: «Che significa terzo, quarto o quinto mandato? Io voglio parlare del sistema ospedaliero, degli ospedali che sono in corso di realizzazione, dei problemi dell’ambiente, dei problemi dell’autonomia idrica, del rinnovamento del parco dei mezzi pubblici, del piano paesaggistico, della scuola. Che cosa serve per realizzare queste cose? Un mandato, mezzo mandato, tre mandati? Diamo la parola ai cittadini. Punto. È tanto complicato dire che la democrazia significa innanzitutto questo?». Incalza: «Facciamo decidere ai cittadini da chi vogliono essere governati. Hanno paura ovviamente. Però evitiamo queste palle insopportabili».
Tira dritto, insomma. Piede pigiato sul freno, al contrario, in merito alla ipotesi cara ai
Cinque Stelle di introdurre in Campania una reddito di cittadinanza regionale, che vada a beneficio di coloro i quali hanno perso la misura nazionale. «C’è un tema su cui dobbiamo riflettere – premette ed è il tema della povertà. Dobbiamo affrontarlo e confrontarci con tutti». Aggiunge, tuttavia: «Si fanno i conti con i bilanci. Quindi cose propagandistiche non se ne possono fare». Parole, queste ultime, che il presidente pronuncia a due giorni dall’arrivo del leader dei 5Stelle Giuseppe Conte a Napoli. L’ex presidente del consiglio sta rilanciando proprio la proposta di un Reddito di cittadinanza regionale. De Luca, nella maggioranza del quale siedono peraltro anche i Cinque Stelle, è di tutt’altro avviso. La sua idea è diversa: «Probabilmente conviene riprendere una vecchia linea, che era quella del governo Gentiloni, che teneva in piedi il reddito di inclusione. Diventavano interlocutori delle istituzioni i Comuni, che riuscivano a fare un filtro con gli uffici delle politiche sociali, cioè a capire bene quali erano le aree di povertà e le famiglie. Poi dobbiamo fare le correzioni necessarie per evitare elementi degenerativi. È un discorso da affrontare in maniera molto laica, molto responsabile a due condizioni: nessuna demagogia e fare i conti con i soldi. Sapendo ovviamente che il tema della povertà è un tema nazionale».
Alla Rotonda Diaz il presidente della giunta della Campania entra, come detto, anche nel merito dell’autonomia differenziata, contro la quale ha avviato da tempo una battaglia che lo ha condotto anche a manifestare a Roma con diversi sindaci. «Abbiamo registrato nelle ultime settimane – ricorda – prese di posizione molto importanti delle Conferenze episcopali del nostro Paese. Di quella della Campania, credo
Frecciata a Conte La contrarietà alla proposta del M5S a due giorni dall’arrivo dell’ex premier a Napoli
anche della Sicilia. Cominciano a muoversi anche le Conferenze episcopali del Nord. Credo che stia crescendo – e dovremo lavorare molto in questa direzione – un movimento di opinione nelle Università, tra le giovani generazioni. Dobbiamo svegliarci, perché davvero è a rischio l’unità del Paese, oltre che il futuro del Mezzogiorno».
In merito, poi, al trasferimento alla Campania dei fondi di coesione – questione che è finita anche al centro di una contesa davanti alla giustizia amministrativa – De Luca sollecita atti concreti da parte del ministro Fitto: «Stiamo dialogando con il ministero da marzo dello scorso anno. Poi, in maniera più stringente, dall’estate scorsa e, in maniera formalizzata, dal 5 ottobre 2023, quando abbiamo inviato anche in dettaglio il piano di sviluppo della Regione Campania. Sono passati da allora cinque mesi, nell’ambito di una interlocuzione che dura da più di un anno. Sinceramente non vedo ragioni per continuare a perdere anche un minuto di tempo e per questo mi aspetto che a brevissimo si sigli l’accordo anche con la Regione Campania».