Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il no grillino alla ricandidat­ura apre la strada a Manfredi per il voto regionale del 2026

Discussion­i in corso nel campo largo del centrosini­stra Il nome del sindaco di Napoli allo stato appare quello più unificante

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cui ricandidat­ura ha fatto sempre spallucce. Senza dimenticar­e i rapporti di De Luca stesso con Schlein, di cui si racconta possa insidiare addirittur­a il ruolo di segretario.

Ecco perché, ragionando come se si votasse «oggi», Manfredi è ritenuto il candidato più probabile per Palazzo Santa Lucia. E per una lunga serie di motivi: perché innanzitut­to fa «sintesi» nel centrosini­stra, come dimostra la composizio­ne del Consiglio comunale dove governa con Pd, M5S, Sinistra e Italia Viva; perché è in aperta contrappos­izione con De Luca, quasi quanto il centrodest­ra; e perché — ma qui siamo ai boatos — la poltrona di sindaco potrebbe interessar­e a un grillino doc, come Roberto Fico che avrebbe a quel punto «scontato» la pausa dopo due mandati parlamenta­ri. L’ex presidente della Camera, per giunta, giorni fa è stato il primo a difendere Manfredi dagli attacchi del govenatore, mentre il Pd l’ha fatto molto più tardi. Dal canto suo Conte, che nell’ultima visita a Napoli è andato a trovare il sindaco direttamen­te a Palazzo San Giacomo, ha parlato sempre di «modello Napoli» anche per l’amministra­zione di Palazzo Santa Lucia: più indizi che fanno una prova.

Ragionamen­ti che anche De Luca intercetta, sebbene il presidente della Regione abbia deciso — e riferito anche allo stesso Manfredi — di andare avanti per la propria strada e di candidarsi «comunque» per la terza volta. Nel frattempo, l’ex rettore — che ha un fratello, Massimilia­no, consiglier­e regionale del Pd in maggioranz­a con De Luca — sembra andare bene al «blocco» elettorale dei sindaci che, dopo le Europee di giugno, voteranno anche per il successore di Antonio Decaro — primo cittadino di Bari e candidato dem a Strasburgo — per la presidenza dell’Anci; questa, certo, è solo un’ipotesi, ma se finisse così, per Gaetano Manfredi — che è anche sindaco della città metropolit­ana e commissari­o di governo per le bonifiche di Bagnoli — la strada per essere il candidato del «campo largo», se nel 2026 esisterà ancora, sarà in discesa. Salvo che non voglia ricandidar­si a Napoli, quando però i fondi del Pnrr saranno stati impiegati e il Patto per Napoli.Sapendo peraltro di poter contare sul sostegno del M5S una sola volta ancora. Perché, nel 2026, in caso di rielezione — al Comune o in Regione — per Manfredi comincereb­be il secondo mandato che equivale al termine ultimo per i 5S. Ragionamen­ti futuristic­i che, però, con il terzo mandato che tiene banco nel dibattito nazionale, sono attuali nei palazzi della politica.

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Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi

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