Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Trianon in musica: stasera i femminielli, domani Capossela e domenica Block
Cade l’anniversario della pellicola di Luciano De Crescenzo, che aveva firmato anche il libro Un elogio dell’identità partenopea che socraticamente si oppone al mondo globalizzato
Ricco fine settimana in musica al Trianon: si inizia stasera, alle 21, con «Alluccamm», la storia teatrale di due “femminelli” sullo sfondo delle quattro Giornate di Napoli, con le musiche originali di Enzo Gragnaniello. Domani, sempre alle 21, per la prima volta nel teatro di Forcella arriva Vinicio Capossela con «Concerto di pucundria e altre assenze» dedicato alla melancolia d’amore. Ultimo appuntamento domenica 17, alle 20, con Giovanni Block in «Retrò», omaggio ai cantautori anni ’80. mazzate del netturbino Saverio/Sergio Solli; il milanese Cazzaniga (Renato Scarpa), capo del personale dell’Alfa Sud, che per i tempi era un Marchionne al quadrato, e poi Giorgio/Geppy Gleijeses, esemplare di appestato, «il laureato disoccupato meridionale e di buona famiglia». Non si ride soltanto, la riuscita drammaturgica passa anche per il peso conferito dalla rappresentazione elementare ma efficace della camorra. Proverbiale è lo sketch del cavalluccio rosso: Pazzaglia racconta in loop a una piccola folla del coraggioso faccia a faccia con un ladruncolo, finché arriva il guappo di quartiere e lo mette a tacere. Così per il racket: nel negozio di arte sacra di via Duomo bussa a denari un tondo esattore coi baffi (Antonio Allocca), il suo impaccio rende la scena più angosciosa. Pagare o non pagare i clan? Anche solo porsi il problema apparve un tradimento morale per le anime belle di cui è farcita la torta a strati della metropoli. In realtà il regista restituiva bene l’angoscia di tanti giovani commercianti napoletani, oggi come allora. Nei sassetti oleografici in cui il film inciampa di continuo e volentieri, De Crescenzo non fa altro che confermare un assunto a lui caro: Napoli è l’unica città dove i luoghi comuni sono nella maggior parte veri. Se Nietzsche, per bocca di Zarathustra, sentenzia «E a me pure il mondo – questa imperfetta immagine di eterna contraddizione – si rivelò un giorno immagine di gioia e d’oblio», il nostro Luciano, per bocca di Bellavista, nel finale si avvicina a quell’oscillazione tra bene e male: «In questo mondo del progresso, pieno di missili e di bombe atomiche, io penso che Napoli sia ancora l’ultima speranza che ha l’umanità per sopravvivere». Post scriptum: «Madonna, e che traffico…».