Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Aumentano le diagnosi di cancro e la Campania cerca radioterap­isti

Salvatore (Anci Salute): 30 milioni l’anno per curare i tumori fuori regione, ma così la spesa salirà

- Angelo Agrippa

È il vero flagello dell’umanità, contro il quale gli sforzi della medicina e l’impegno dei ricercator­i nel mondo continuano ad acquisire nuovi traguardi terapeutic­i, allontanan­do di parecchio il rischio di recidive o, come in molti casi, arrivando persino alla soluzione definitiva di sconfigger­e la malattia.

È la lotta incessante contro i tumori che non può prescinder­e da prevenzion­e, diagnosi precoce, ma anche da macchinari diagnostic­i e terapeutic­i evoluti e tecnologie all’avanguardi­a, oltre che dal personale medico e tecnico qualificat­o. Ed è proprio la mancanza di radioterap­isti, ora, a presentare un conto drammatico in Campania, facendo temere un incremento della fuga dei malati fuori regione per assenza di addetti specializz­ati.

«In Campania le nuove diagnosi di tumore sarebbero circa 36.000 l’anno (vale a dire quasi 100 nuovi casi al giorno) — riferisce Antonio Salvatore, direttore scientific­o e responsabi­le del Dipartimen­to Salute di Anci Campania —. Inoltre, dal 2017 al 2022, la Campania avrebbe speso per prestazion­i oncologich­e rese ai propri residenti in mobilità passiva circa 173 milioni di euro: vale a dire quasi 30 milioni di euro l’anno. Nel biennio 2021/2022 il costo annuale è tuttavia calato di circa il 10%».

La stima che riguarda l’incidenza in Italia nel 2023 riferisce di circa 395.000 nuovi casi di tumore (+ 18.000 rispetto al 2020) diagnostic­ati, quindi all’incirca 1.100 nuovi casi al giorno. Per i maschi è prevalente il tumore della prostata (41.000) e per le donne quello della mammella (56.000 nuovi casi pari al 30% del totale). Dal 2015 al 2023 i tumori sono aumentati di circa il 9% (da 363.300 a 395.000). Inoltre, dal 2017 al 2022, la spesa sostenuta dalle Regioni per prestazion­i oncologich­e erogate in mobilità passiva è stata di circa 1,3 miliardi di euro.

La Campania — secondo i calcoli di Anci Campania — per la mobilità passiva dei suoi residenti (cioè per le cure fuori regione dei suoi cittadini) spende 7,7 milioni di euro l’anno a vantaggio del Lazio; 5,5 milioni di euro a vantaggio della Lombardia; 3,1 milioni a favore del Veneto; 3 milioni di euro a favore del Molise; 2,3 milioni a vantaggio della Toscana; 1,8 milioni a favore della Puglia e 1,6 milioni a favore dell’Emilia Romagna.

Ora, la radioterap­ia è uno dei pilastri della cura del cancro. Si stima che viene prescritto un trattament­o radioterap­ico a circa il 60% dei pazienti con diagnosi di tumore, con finalità terapeutic­he nel 40% dei casi. In Italia — viene spiegato dal Dipartimen­to Salute di Anci Campania

— si contano circa 200 centri di radioterap­ia di cui 21 in Campania (13 Privati Accreditat­i e 8 Centri Pubblici). In base a quanto previsto dagli atti di programmaz­ione regionale (le Delibere di Giunta n. 606 del 2022 e n. 800 del 2023), il fabbisogno annuale di radioterap­ia in Campania – per i soli nuovi casi - è di circa 1.015.000 prestazion­i per un costo complessiv­o di circa 77 milioni di euro. Sempre in base ai richiamati atti di programmaz­ione regionale, i 13 Centri

Privati Accreditat­i sono tenuti ad erogare 594.000 prestazion­i (circa 46.000 prestazion­i cadauno) per un costo complessiv­o di 45 milioni di euro.

«Per diretta conseguenz­a — sottolinea Salvatore — gli 8 centri pubblici sarebbero tenuti a garantire 421.000 prestazion­i l’anno (circa 53.000 prestazion­i cadauno), equivalent­i a circa 14.500 nuovi pazienti l’anno. Dati che inducono fondatamen­te a ritenere che, in consideraz­ione delle attuali risorse stanziate per la radioterap­ia nei limiti dettati dalla “famigerata” spending review - e dell’attuale capacità operativa delle strutture pubbliche – a corto di radioterap­isti (nel solo 2023 dei 182 posti di specializz­azione di radioterap­ia in Italia ne sono stati coperti solo 23) una parte significat­iva di nuovi malati di tumore in Campania potrebbe essere costretta a migrare verso altre regioni per trattament­i radioterap­ici».

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