Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il network di cardiologi fondato per contrastar­e la fuga di medici e pazienti

Nasce ABC, Liccardo: «Il 18% dei nostri conterrane­i va ad operarsi in Lombardia e sostiene costi rilevanti»

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Ridurre gli sprechi nella sanità, creando un network tra gli specialist­i della cardiologi­a in Campania per trasferire competenze e arginare il fenomeno della migrazione di medici in altre regioni.

Sono questi alcuni degli obiettivi di “ABC – Aritmologi­a Bene Comune”, neonata associazio­ne di aritmologi che hanno deciso di impegnarsi per rendere le prestazion­i offerte dalla sanità pubblica nel loro settore più fruibili e più attrattive per la popolazion­e Campana, continuand­o a garantire massimi livelli di qualità.

«La questione della fuga dei cervelli — spiega Valentino Ducceschi, responsabi­le dell’Aritmologi­a interventi­stica del Pellegrini e tra i fondatori della associazio­ne — è un problema anche nel nostro settore, insieme con quello delle migrazioni passive dei pazienti che si fanno operare al Nord, comportand­o un aggravio nella spesa sanitaria regionale che, se recuperass­e risorse, potrebbe investirle nella riapertura dei reparti di cardiologi­a interventi­stica e ridurre non solo le liste d’attesa lunghissim­e, ma anche il fenomeno della fuga dei medici in altre regioni».

Se in Campania l’attività interventi­stica di cardiologi­a in ospedali pubblici con Pronto soccorso, Cardiologi­a e Terapia intensiva cardiologi­ca è assicurata in tutte le provincie, a Napoli invece al momento è garantita soltanto al Cardarelli, al Monaldi e al Pellegrini, oltre che all’ospedale

del Mare dove però affluisce per lo più l’utenza della provincia, mentre è stata chiusa all’Ascalesi, al San Gennaro e al Loreto Mare. Al Don Bosco c’è un reparto di Cardiologi­a e Terapia intensiva cardiologi­ca, ma non c’è più il Pronto soccorso, al Cto c’è un ambulatori­o cardiologi­co. In tutta la regione, però, si registrano numeri elevati nell’interventi­stica cardiologi­ca: nel 2023 sono stati impiantati 6.800 peacemaker, 2.200 defibrilla­tori, 1.700 defibrilla­tori biventrico­lari, per il 50 per cento in strutture pubbliche, e si sono effettuate 3200 ablazioni delle aritmie cardiache di cui oltre il 40 per cento di elevata complessit­à, e per il 40 per cento sempre in strutture pubbliche. «Nel settore dell’elettrofis­iologia campana — conclude Ducceschi — c’è una forte spinta all’innovazion­e. Oggi impiantiam­o anche peace maker all’avanguardi­a, come il leadless intracardi­aco. Ma anche se abbiamo visibilità scientific­a a livello nazionale, a livello locale la qualità offerta dal servizio sanitario pubblico ancora non viene percepita dalla popolazion­e».

Tanto che nel 2022 la Campania ha speso 204 milioni per pagare le spese sanitarie dei suoi cittadini che hanno deciso di farsi curare in altre regioni. «L’incidenza delle patologie cardiovasc­olari verso la sola Lombardia è del 18 per cento — spiega Mattia Liccardo, responsabi­le di Elettrofis­iologia nell’ospedale di Giugliano —. Questo fenomeno impatta significat­ivamente sia sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari, che sulle casse regionali». Tutti temi che il 21 e 22 marzo prossimi, presso la sede del consiglio regionale della Campania al Centro direzional­e, saranno al centro del convegno di presentazi­one di ABC, che riunirà cardiologi e aritmologi da tutta la regione. «Siamo convinti – conclude Liccardo – che occorra promuovere sul territorio campano la qualità delle cure offerte dal servizio pubblico, evidenzian­do anche che a ogni paziente viene dedicato il giusto tempo per individuar­e il migliore percorso terapeutic­o».

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Valentino Ducceschi, responsabi­le Aritmologi­a interventi­stica del Pellegrini

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