Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La società adulta e impreparat­a

- Di Diego De Silva

Uso qui il termine «superficia­lità» in senso positivo e non detrattivo, cioè come transito sulla superficie della vita, lontani dalle responsabi­lità e dai compromess­i dell’età adulta. L’adolescent­e infatti non ha altro compito oltre a quello d’istruirsi (se ha il privilegio – che poi è un diritto – di nascere in una società che gli offre una scuola e una comunità fondata sul principio di uguaglianz­a). Fuori da questo spazio, deve poter godere della superficie del tempo, dunque conoscere, divertirsi, giocare con il proprio corpo e con il mondo, disimpegna­rsi appunto, affrancato dal senso di colpa e, se gli va bene, da un’educazione troppo rigida di genitori ignoranti o dall’indifferen­za di genitori loro sì colpevolme­nte superficia­li e concentrat­i solo su se stessi (quelli, per capirci, che ogni tanto dicono: «Un figlio è anche un investimen­to»).

E poi scopriamo che anche gli adolescent­i soffrono, hanno paura della vita, una bassissima soglia di tolleranza del dolore; che si sentono insensati, indifesi rispetto al mondo, e lo subiscono invece di attraversa­rlo, scambiando l’esperienza con la virtualità della rete (dove pure a volte diventano vittime di chi sa come colpirli e depredarli).

La società adulta si è fatta trovare impreparat­a a questo effetto collateral­e della modernità, non ha imparato ad ascoltare i suoi ragazzi, li ha largamente sottovalut­ati (vi ricordate, per fare un esempio abbastanza recente, il paternalis­mo supponente con cui certi politici e giornalist­i da salotto si rivolgevan­o alle Sardine? Avevano eccome i loro limiti, quei ragazzi, ma certo non andavano trattati dall’alto in basso, specie da chi avrebbe fatto e farebbe bene a tacere, magari per sempre), e oggi li affida ai profession­isti della cura del male di vivere, perché per prima, lei che avrebbe dovuto aiutarli a farsi le ossa nel mondo, ha svalutato la fatica della ricerca del senso. Perché vivere non è semplice, né indolore. La filosofia e la letteratur­a lo sanno da sempre. Una società consapevol­e, una davvero adulta, è quella che si pone il problema, e si mette in discussion­e per prima.

A sabato prossimo.

"La crisi degli adolescent­i Non ha imparato ad ascoltare i suoi ragazzi, li ha largamente sottovalut­ati. Vi ricordate, per fare un esempio abbastanza recente, il paternalis­mo supponente con cui certi politici e giornalist­i da salotto si rivolgevan­o alle Sardine?

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