Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La società adulta e impreparata
Uso qui il termine «superficialità» in senso positivo e non detrattivo, cioè come transito sulla superficie della vita, lontani dalle responsabilità e dai compromessi dell’età adulta. L’adolescente infatti non ha altro compito oltre a quello d’istruirsi (se ha il privilegio – che poi è un diritto – di nascere in una società che gli offre una scuola e una comunità fondata sul principio di uguaglianza). Fuori da questo spazio, deve poter godere della superficie del tempo, dunque conoscere, divertirsi, giocare con il proprio corpo e con il mondo, disimpegnarsi appunto, affrancato dal senso di colpa e, se gli va bene, da un’educazione troppo rigida di genitori ignoranti o dall’indifferenza di genitori loro sì colpevolmente superficiali e concentrati solo su se stessi (quelli, per capirci, che ogni tanto dicono: «Un figlio è anche un investimento»).
E poi scopriamo che anche gli adolescenti soffrono, hanno paura della vita, una bassissima soglia di tolleranza del dolore; che si sentono insensati, indifesi rispetto al mondo, e lo subiscono invece di attraversarlo, scambiando l’esperienza con la virtualità della rete (dove pure a volte diventano vittime di chi sa come colpirli e depredarli).
La società adulta si è fatta trovare impreparata a questo effetto collaterale della modernità, non ha imparato ad ascoltare i suoi ragazzi, li ha largamente sottovalutati (vi ricordate, per fare un esempio abbastanza recente, il paternalismo supponente con cui certi politici e giornalisti da salotto si rivolgevano alle Sardine? Avevano eccome i loro limiti, quei ragazzi, ma certo non andavano trattati dall’alto in basso, specie da chi avrebbe fatto e farebbe bene a tacere, magari per sempre), e oggi li affida ai professionisti della cura del male di vivere, perché per prima, lei che avrebbe dovuto aiutarli a farsi le ossa nel mondo, ha svalutato la fatica della ricerca del senso. Perché vivere non è semplice, né indolore. La filosofia e la letteratura lo sanno da sempre. Una società consapevole, una davvero adulta, è quella che si pone il problema, e si mette in discussione per prima.
A sabato prossimo.
"La crisi degli adolescenti Non ha imparato ad ascoltare i suoi ragazzi, li ha largamente sottovalutati. Vi ricordate, per fare un esempio abbastanza recente, il paternalismo supponente con cui certi politici e giornalisti da salotto si rivolgevano alle Sardine?