Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I DIRIGENTI PUBBLICI VANNO VALUTATI
In Italia abbiamo nodi sia della politica sia dell’amministrazione pubblica. Tra le due gl’intrecci, le frequenti interferenze e tensioni, magari sotto traccia, fanno parte delle tante disfunzioni lamentate dai cittadini. Delle quali le maggiori responsabilità sono sì della politica, ma non vanno trascurate quelle dell’amministrazione che non è senza peccato. Va ovviamente presupposto che i rapporti tra questi due pilastri della convivenza civile sono indispensabili e tuttavia complicati. È noto che la politica ha bisogno dell’amministrazione e viceversa. Non è facile però regolare nel dettaglio i confini delle rispettive competenze. Specie poi se la corretta «collaborazione istituzionale» è inquinata da complicità, fedeltà, conflitto d’interessi, scaricabarile. Certo l’«amministrazione» non può funzionare senza gli obiettivi decisi dalla «politica». Il cui indirizzo è prerogativa di chi governa un’istituzione (per elezione democratica o per nomina). Analogamente se l’amministrazione non collabora all’allestimento dell’indirizzo politico e non inventa poi gli strumenti per attuarne gli obiettivi, non si ha alcun risultato politico. Evitando ora una lunga digressione, non si può fare a meno d’accennare a un paradosso ricorrente. Spesso la politica, per acquisire consensi, decide obiettivi sapendone fin dall’inizio l’irrealizzabilità. Succede quando l’amministrazione non può soddisfarli per mancanza d’adeguate risorse che tocca alla politica fornire (risorse umane; materiali; economico-finanziarie). Suggeriscono una riflessione in materia due notizie. La prima (riportata sul nostro giornale di ieri da Paolo Cuozzo) l’ha data, giustamente soddisfatto, il Sindaco Manfredi.