Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fondi di Coesione, Fitto contro il Tar promuove il ricorso al Consiglio di Stato Il 4 aprile scade il termine imposto per la procedura d’intesa con la Campania
De Luca Cari sindaci affiggete davanti al Comune cartelloni con l’elenco delle opere bloccate dal Governo
il ministero per le Politiche di coesione guidato da Raffaele Fitto depositerà il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Campania che ha accolto in parte l’istanza presentata dalla Regione contro il «silenzio-inadempimento» del governo sullo sblocco delle risorse Fsc (5,98 miliardi), stabilendo che entro 45 giorni, pena la possibile nomina di un commissario ad acta, il Dipartimento per la coesione deve definire l’istruttoria e la predisposizione dello schema di accordo da sottoscrivere con la Campania.
A darne notizia il presidente della Regione Vincenzo De Luca durante un incontro per fare il punto sulla situazione dei fondi Fsc, assieme al presidente dell’Autorità di gestione, Sergio Negro, e un centinaio di sindaci, tra cui quello di Caserta, Carlo Marino, anche nella veste di presidente Anci Campania.
Il ministero, nelle motivazioni del ricorso, chiede di far valere l’incompetenza territoriale del Tar Campania a favore del Tar Lazio; obietta che il termine di 45 giorni è «incongruo», perché se per le Regioni del centro-nord il lavoro istruttorio è più semplice, per quelle del Mezzogiorno, data la numerosità degli interventi, è più complicato. «Motivazioni pretestuose — le definisce De Luca — per il quale «nonostante la Campania ha presentato un programma dettagliato per la Coesione già 5 mesi fa. In 5 mesi – dice - il ministero non ha dato alcuna risposta». La Regione si costituirà già lunedì nel giudizio promosso dal ministero per le Politiche di coesione davanti al Consiglio di Stato. Intanto il termine fissato dal Tar Campania per chiudere la procedura scade il 4 aprile. Dopodiché o c’è l’accordo o c’è la nomina di un commissario ad acta. «Se si riapre la procedura – dice il presidente campano – l’iter può durare all’infinito, e così si blocca lo sviluppo economico della Campania». A questo punto anche i toni distensivi usati negli ultimi giorni da De Luca nei confronti del governo andrebbero a farsi benedire. «Passeremo — spiega — a forme di lotte sociali, come hanno fatto gli operai della Whirpool. Io sono pronto a tutto». E, rivolgendosi ai sindaci, suggerisce loro anche la strategia di comunicazione da adottare: «Fate dei grandi cartelloni con l’elenco delle opere bloccate dal Governo e il relativo danno economico per la comunità, e piazzateli davanti alla casa comunale. Sapete che al Governo sono impazziti quando la Regione ha fatto i manifesti sulla chiusura dei Pronto soccorso». Poi una raccomandazione: «Non mandate lettere al ministero, non serve, perché tutto passa per l’Autorità di gestione.
Però basta una carta che voi mandate, e una non corrispondenza fra quello che ha segnalato l’Autorità e la carta arrivata da un Comune, che diventa un pretesto per fare “ammuina” e allungare le procedure». Il presidente dell’Autorità di gestione evidenzia anche un’altra criticità per i fondi Poc. «Anche qui – dice Negro – il Governo vuole una lista degli interventi, che è un’ulteriore ingessatura. L’Ue con i fondi comunitari non fa così, e per noi sarebbe difficile indicare gli interventi se prima non ci danno i soldi per attivare le procedure». Tra i sindaci in platea, qualcuno solleva poi dubbi sulla Zes unica del Sud, e fornisce un assist al presidente della Regione. «C’è un problema che riguarda le competenze – sostiene —, quella urbanistica è in capo alle Regione: rischiamo di trovarci dei permessi approvati da Roma, ma noi un minuto dopo faremo ricorso alla Corte costituzionale».
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