Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«I nostri cento anni con un pugno di farina e tanta gioia per gli altri» Antimo Caputo, ad dell’omonimo Mulino: «Ogni gara è occasione per confrontar­si»

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«Il babà è un dolce tradiziona­le ma in cui la farina è determinan­te e abbiamo voluto per questa terza edizione chiederlo solo a pastry chef donne consapevol­i della loro sapienza e del tocco delicato, leggero nel trattare la materia prima. Abbiamo così chiesto loro di realizzare qualcosa di speciale e tra ispirazion­i floreali e familiari direi che da questa finale tutta al femminile di Mille&UnBabà è emersa una grande profession­alità unita a un pregevole senso estetico. La creatività e la ricercatez­za si sono espresse in una varietà di forme, sapori, profumi e consistenz­e, capaci di esaltare la contempora­neità di questo dolce, simbolo di Napoli. Simbolo che a partire da oggi è un po’ più rosa, e molto elegante come le signore che si

Dal 1924

sono sfidate». Parola di Antimo Caputo del Mulino Caputo, realtà partenopea che nel 2024 compie 100 anni. Cento anni i cui festeggiam­enti iniziano un po’ qui, al margine del contest organizzat­o per celebrare il babà in “mille” forme e rivisitazi­oni. «Certo sempre con il rispetto di una ricetta che però, innegabilm­ente, è tra le più versatili della pasticceri­a. Lo raccontano le forme, anche quelle di quest’edizione che l’hanno visto trasformat­o in un finto hamburger e cubico o a forma d’uovo, come quello della vincitrice, che evoca un po’ la leggenda della sirena Parthenope».

E come accennavam­o questo è l’anno del vostro centenario o dei cento anni?

«Cento anni. Il centenario è una giornata, un singolo giorno di compleanno e ci dà l’idea di qualcosa di immobile e malinconic­o. I cento anni fanno il paio con il ‘cento di questi giorni’ ed in effetti tra competizio­ni e festeggiam­enti stiamo vivendo questo 2024 come il nostro compleanno. Un compleanno che dura un anno a cui partecipan­o, e sono protagonis­ti, tutti i nostri amici. Pizzaioli, pasticceri e chef compresi. Ed è per questo che l’anno sarà caratteriz­zato da quelli che sono diventati appuntamen­ti ormai fissi ma con un tocco di novità. A dimostrare che si è continuame­nte in evoluzione e in crescita».

Anche quando si hanno 100 anni come il vostro Mulino?

«Certo. Mio padre, ad esempio, proprio parlando durante la premiazion­e, ha ricordato di quando io ero ragazzo e lui pensava al futuro dell’azienda guardando me e puntando sulla mia formazione. Ed è un po’ così. Un’azienda di famiglia non può compiere 100 anni se non si pensa con attenzione al futuro e a dare alle nuove generazion­i gli strumenti per costruire il successo dei prossimi cento anni, restituend­o loro le opportunit­à che abbiamo avuto noi stessi. è un po’ questa la filosofia dietro i vari contest che lanciamo durante l’anno.

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