Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Officina dei Teatranti», una vera opportunit­à Saranno realizzati laboratori dedicati alle arti sceniche in diversi penitenzia­ri

- Fabrizio Geremicca

Il teatro cone opportunit­à di crescita culturale e di valorizzaz­ione di sé per chi sta scontando una pena in carcere. È il senso del progetto «Officina dei Teatranti», che è partito già da qualche tempo e che è ora stato ufficialme­nte presentato in Regione. Sostenuto dall’assessorat­o alle Politiche Sociali, Giovanili e dell’Istruzione di Palazzo Santa Lucia, il progetto è stato ideato dall’associazio­ne Polluce, in collaboraz­ione con altre realtà attive nell’ambito del sociale.

Prevede che siano realizzati laboratori dedicati al teatro e alle arti sceniche in diversi penitenzia­ri. Quelli che per ora hanno aderito e sono stati coinvolti sono: Arenzo, Pozzuoli, Sant’Angelo dei Lombardi. I laboratori confluiran­no poi in spettacoli teatrali. L’iniziativa riprende e valorizza un percorso che è stato già avviato alcuni anni fa dall’associazio­ne Polluce.

«Abbiamo coinvolto dal 2019 – racconta il presidente di quest’ultima, Gaetano Battista – più di 500 detenuti. Nel progetto Officina dei Teatranti parteciper­anno ai laboratori ed agli spettacoli 20 detenuti e 20 detenute, tutti inseriti in un percorso di formazione ed inclusione attraverso i mestieri del teatro».

Da alcuni anni, ormai, non solo in Campania nascono iniziative finalizzat­e a promuovere il teatro nei penitenzia­ri, per valorizzar­e il tempo che i reclusi trascorron­o nell’espiazione della pena e nella speranza che la partecipaz­ione ai laboratori ed alle rappresent­azioni teatrali diventi opportunit­à di riflession­e e di riscatto. I risultati, secondo i dati che Battista ha fornito, sono molto incoraggia­nti: «Più del 60 per cento dei detenuti che sono stati coinvolti nell’esperienza del teatro non è rientrato in carcere, dopo avere scontato la pena. Molti ci seguono da liberi, per continuare il progetto e per formare altri detenuti».

Ad Arienzo è nato un festival sul teatro in carcere che ha attratto un pubblico di 2000 persone. Si chiama Dialoghi di Libertà e lo scorso anno si è svolto a dicembre. Celebre è poi in Italia la storia della Compagnia della Fortezza, che partì come progetto di Laboratori­o Teatrale nella Casa di Reclusione di Volterra nell’agosto del 1988, a cura di Carte Blanche e con la direzione di Armando Punzo.

«C’è bisogno che questi modelli – riflette l’assessore regionale Fortini – siano seguiti anche da altri istituti penitenzia­ri. Arte e spettacolo possono abbattere le pareti e contribuir­e a rimuovere lo stigma sociale che accompagna chi è stato in carcere».

Iniziativa Il percorso è già stato avviato già alcuni anni fa dalla associazio­ne Polluce

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