Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Casal di Principe, a trent’anni dalla uccisione di don Diana corteo con migliaia di studenti Stamane alle 9 raduno in piazza Villa con don Luigi Ciotti

- E. S.

«Per amore del mio popolo non tacerò». Quell’accorato appello del Natale ’91 ripreso da un passo di Isaia risuona ancora più forte oggi, a trent’anni dalla morte.

Era il 19 marzo del 1994 quando nella sagrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe don Peppe Diana veniva ucciso con 4 proiettili: due in faccia e due al petto. Era il giorno del suo onomastico. Lo aspettavan­o per festeggiar­e, dopo la Messa, alcuni amici, tra cui il fotografo Augusto Di Meo. Purtroppo c’era anche il suo assassino. La celebrazio­ne non iniziò mai, un uomo dopo essere entrato in sagrestia e averlo chiamato per nome, estrasse una pistola e sparò. Le sue parole di oltre trent’anni

Il sindaco Natale inaugura la statua in bronzo di don Diana fa contro la malavita non erano state perdonate: «La camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana» . Don Antonio Riboldi, allora vescovo di Acerra, celebrò le esequie, dicendo: «Il 19 marzo è morto un prete, ma è nato un popolo».

Stamattina, per ricordarlo, a Casal di Principe sono attesi migliaia di studenti, una marcia attraverse­rà le strade della cittadina casertana. Il raduno è previsto alle 9 a piazza Villa. Si comincia alle 10. Il corteo percorrerà corso Umberto I, via Vaticale, corso Garibaldi, via de Amicis, via Cavour, via Moscati, fino ad arrivare nel piazzale del Cimitero. Alle 12, dopo la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, i saluti istituzion­ali e le conclusion­i di don Luigi Ciotti.

L’altro giorno è deceduto anche don Paolo Dell’Aversana che fu tra i firmatari, con don Diana, del famoso documento «In nome del mio popolo non tacerò» del 1991. Vicario episcopale ad Aversa, aveva 74 anni e avrebbe voluto partecipar­e alle celebrazio­ni del trentennal­e della uccisione di don Peppe.

Sono tante le iniziative che si sono tenute in questi giorni per ricordare la figura del sacerdote martire. In sua memoria è stata realizzata una statua in bronzo a grandezza naturale scolpita da don Battista Marello, parroco di San Ferdinando a San Leucio di

Il sindaco «Abbiamo voluto la statua in bronzo di don Peppe per rendere omaggio al suo sacrificio»

Caserta. La statua è stata fusa in bronzo statuario dalla casa fonditrice «De Guidi» di Valeggio sul Mincio, nel Veronese, per circa 220 chili di peso ed è stata inaugurata l’altro ieri alla presenza del sindaco di Casale Renato Natale e della famiglia di don Peppe. A benedirla don Franco Picone, vicario generale della Diocesi di Aversa. «È il momento in cui don Diana sta per cadere a terra colpito dai proiettili del killer, ma non cade, perché gli eroi non muoiono». Lo ha rappresent­ato così don Marello. «Abbiamo voluto la statua – spiega Renato Natale, – per rendere omaggio sempiterno al suo sacrificio». Ma ad onorare il sacerdote ci ha pensato anche la Facoltà teologica dell’Italia Meridional­e dedicandog­li un Istituto di ricerca e di formazione interdisci­plinare contro le mafie e la corruzione, affinché il suo sacrificio non risulti vano e si acceleri l’istruttori­a per la sua beatificaz­ione cui si sta lavorando dal 2015. Una curiosità: nelle terre di don Peppe a Casal di Principe gli studenti dell’Istituto Guido Carli hanno promosso la coltivazio­ne del vino Asprinio.

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