Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il rinnovamento
All’epoca il segretario nazionale era Ciriaco De Mita e decise di rilanciare il partito rinnovando e aprendo ai giovani, sfidando correnti e capicorrente verso una stagione nuova
In alto, la cronaca del congresso riportata dal
del 6 febbraio 1984 parlò di «ultima tumultuosa seduta» (con tanto d’arrivo dei carabinieri in sala). Sopra, Renzo Lusetti al timone della «Achille Lauro» e sempre Lusetti seduto alla sinistra di De Mita durante il congresso ricorda Lusetti — si decise di nominarne 20 per corrente e poi Danese presidente e Fabris mio vice. Non tutti accettarono. Qualcuno spense la luce e ci fu bagarre». Il Corriere della Sera del 6 febbraio 1984 parlò di «ultima tumultuosa seduta» (con tanto d’arrivo dei carabinieri in sala).
Venerdì (ne ha scritto anche il Mattino qualche giorno fa nell’edizione salernitana) a Maiori per ricordare quei giorni ci saranno i protagonisti: Lusetti ovviamente, Franceschini, ma anche Enrico Letta, l’ex capo della polizia Franco Gabrielli (all’epoca segretario a Massa Carrara), l’attuale ad Rai, Roberto
Sergio, Simone Guerrini, direttore dell’ufficio di segreteria del presidente della Repubblica. Mancherà Lapo Pistelli che è all’estero. Da quel che si capisce saranno almeno in duecento.
«E non certo per ricostruire la Dc — spiega sempre Lusetti —. Pur essendo convinto che la politica di una volta fosse di un altro livello, quella storia è finita». Allora cos’è? «Una rimpatriata. La verità è che all’epoca eravamo divisi all’interno del partito, ma siamo tutti molto amici. E tutti, chi in politica chi nella propria professione, ha dato e continua a dare tanto al Paese. Perché anche le scuole di partito erano una cosa seria».
Ma il Pd è l’erede della Dc? «La Dc non ha eredi — taglia corto l’ex deputato dem —. E per inciso alle primarie io ho votato Bonaccini e Dario (Franceschini, ndr) invece di Schlein». Per la serie, almeno le correnti il Pd le ha prese in prestito. Con tutti gli spifferi.
Il padre nobile All’epoca il segretario nazionale del partito era Ciriaco De Mita, deciso a rilanciarlo