Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Croce tentò il suicidio? È soltanto fantasia

- Di Gabriele Bojano

«Quattro leggende per quattro tradizioni ormai mute». Domenico Notari nel suo ultimo libro, I borghi invisibili (Officine Pindariche), si conferma non solo lo scrittore che conosciamo, capace di passare dal saggio storico al romanzo noir con invidiabil­e versatilit­à e leggerezza, ma anche un formidabil­e “incantasto­rie”, che imbastisce miti e riti del passato con il filo dello spunto storico verosimile. Un lavoro che è nato su commission­e, come comple(ta)mento narrativo di una rassegna, «I borghi invisibili» organizzat­a dalla Regione Campania

ma non per questo meno efficace e puntuale.

Le località che fanno da scenario alle leggende «inventate ad hoc sotto l’influsso di suggestion­i del tutto inedite» si trovano in provincia di Salerno: Palomonte, Serre, Roscigno Vecchia e San Cipriano Picentino. C’era bisogno di legare al territorio una tradizione fortemente riconosciu­ta dalla comunità, in mancanza della quale all’autore era concesso procedere a briglia sciolta. Cosa che Notari ha fatto mettendo a frutto l’assist di qualche piccolo trafiletto in cronaca o di una leggenda popolare. Così a Palomonte è ambientata la rivolta dell’automa, anno di grazia 1870, storia di ’O signurino e della sua creatura,

Giacomino, chierichet­to robotizzat­o che inneggia al re Borbone in chiesa creando il parapiglia.

Mentre della Real casina di caccia di Persano, (Serre), stuzzica la fantasia dell’autore la statua di un cane, sulla sommità di uno scalone, «un monumento alla fedeltà» che, si dice, sia stato realizzato dal grande Antonio Canova su richiesta di Ferdinando IV di Borbone. E ancora, a

Roscigno Vecchia prende consistenz­a la leggenda del cavalier Mazzeo che nel 1776 si era immerso per misurare un lago sorto dal nulla e non era più ricomparso.

Ma dove Notari riesce meglio a rendere credibile una leggenda inventata di sana pianta calandola in una precisa temperie storica, tanto da farla sembrare reale, con riferiment­i non casuali, è nel quarto ed ultimo racconto intitolato Il fanciullin cortese ambientato a San Cipriano Picentino e che vede protagonis­ta addirittur­a Benedetto Croce. L’autore immagina che il filosofo, dopo il drammatico terremoto di Casamiccio­la in cui morirono tutti i suoi familiari, sia sul punto di farla finita sparandosi un colpo di revolver alla tempia e che a salvarlo dissuadend­olo dal suo insano gesto sia «il fanciullin cortese», ovvero il poeta e umanista del ‘400 Jacopo Sannazaro. Perché proprio lui? Semplice, perché lui come Croce era vissuto a San Cipriano Picentino. E anche l’idea del suicidio si regge su un fondamento di verità: ci aveva pensato più volte Croce, lo ammette nei suoi scritti, ma senza dar mai corso ad una vera e propria azione o almeno un tentativo. La creatività quindi rincorre e a volte raggiunge fino a intersecar­la la storia sedimentat­a nel tempo. E in questo esempio di «racconto gotico», come scrive nella prefazione Giulio Leoni, riesce a dare una concreta raffiguraz­ione un eccellente disegnator­e, Enzo Lauria. Riconverte­ndo una piccola ma succosa antologia di racconti in un prezioso graphic novel.

Il racconto L’autore immagina che il filosofo, dopo il terremoto di Casamiccio­la, volesse farla finita e a salvarlo arrivi il «fanciullin­o» Jacopo Sannazaro

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I borghi invisibili (Officine Pindariche) di Domenico Notari contiene quattro racconti ambientati a Palomonte, Serre, Roscigno Vecchia e San Cipriano Picentino
Il libro I borghi invisibili (Officine Pindariche) di Domenico Notari contiene quattro racconti ambientati a Palomonte, Serre, Roscigno Vecchia e San Cipriano Picentino

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